Mafia: case popolari anche agli uomini del clan

Mafia: case popolari anche agli uomini del clan
di Erasmo MARINAZZO
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Venerdì 26 Febbraio 2016, 06:23 - Ultimo aggiornamento: 13:48

Un intreccio fra l’inchiesta sull’assegnazione delle case popolari e quella sull’ultima evoluzione della Sacra corona unita arrivata ormai nelle aule del Tribunale. Cinque imputati che si stanno difendendo dall’accusa di aver fatto parte delle associazioni mafiose guidata l’una dal boss Maurizio Briganti e l’altra dall’alter ego Cristian Pepe, risultano assegnatari definitivi delle case popolari. Dato di cui erano a conoscenza il procuratore aggiunto Antonio De Donno ed il sostituto della Direzione distrettuale antimafia, Guglielmo Cataldi, rispettivamente nelle vesti di titolari delle inchieste sulle case popolari e quella chiamata “Eclissi” sulla nuova stagione della Scu leccese.

Il dato nel frattempo è stato analizzato e messo in rilievo dal prefetto Claudio Palomba nel dossier consegnato alla Commissione parlamentare antimafia durante la permanenza a Lecce dei primi giorni della settimana.

La prima inchiesta è ancora in corso e presto potrebbe arrivare ad una richiesta di proroga, l’altra invece è stata chiusa a settembre dell’anno scorso quando, con le notifiche agli 88 indagati, ci fu la discovery del capitolo dedicato alle affissioni dei manifesti elettorali gestite dalla Scu durante la campagna elettorale del 2012, come anche il sostegno ricevuto dall’assessore Severo Martini da quattro indagati per mafia. Dal punto di vista procedurale, dunque, l’inchiesta sulle case potrebbe attingere dall’altra intanto sdoppiatasi in due tronconi processuali.

Il prefetto Claudio Palomba, come detto, ha sottolineato questo dato nel dossier consegnato alla Commissione parlamentare antimafia: “Su tali aspetti sono in corso approfondimenti a cura degli organi investigativi competenti. Un ulteriore settore di interesse della criminalità organizzata sul quale viene paventato il rischio di condizionamento nella gestione della cosa pubblica, riguarda l’assegnazione degli alloggi popolari e i procedimenti di occupazione abusiva”, la premessa del prefetto per porre l’attenzione sulla possibilità di un intreccio fra assegnazione delle case popolari e l’interessamento della Scu.

Lo stesso prefetto Palomba richiama la campagna elettorale del 2012 a cui un’informativa della Squadra mobile dedicò un intero capitolo per fare presente l’eventualità che il voto fosse stato condizionato dai clan che poi si sarebbero divisi gli introiti delle affissioni dei manifesti: 30mila euro al solo Maurizio Briganti, ha riferito il collaboratore di giustizia Gioele Greco. “Al riguardo un segnale preoccupante è stato dato dal diffuso consenso elettorale verso alcuni amministratori, emerso in occasione delle amministrative 2012, nelle aree di edilizia popolare del comune capoluogo”.
E dopo aver spiegato che anche l’amministrazione comunale sta svolgendo verifiche sulle eventuali coincidenze fra assegnazioni di alloggi e scadenze elettorale, il prefetto ha fornito alcuni dettagli sugli imputati per mafia assegnatari di alloggi: “Relativamente ai cinque nominati (uno dei quali un solo assegnatario diretto, tre non destinatari diretti di provvedimenti, ma facenti parte del nucleo familiare della persona non assegnataria, un abusivo), che sono emersi nel corso del procedimento giudiziario Rg 618/12 (Eclissi, ndr), in quanto indagati per associazione mafiosa, si rappresenta che si tratta di assegnazioni definitive”.

Il Comune di Lecce si è intanto dichiarato “parte lesa”, con la richiesta di costituzione di parte civile nel processo in aula in cui sono imputati anche Mario Blago e Sergio Marti, cioè coloro che nell’informativa della Squadra mobile sono indicati come i sostenitori dell’assessore Martini.

Se ne discuterà in aula il 7 marzo.

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