Un milione dall'azienda del marito prima di divorziare: li spende in gioielli. Ora rischia il processo

Un milione dall'azienda del marito prima di divorziare: li spende in gioielli. Ora rischia il processo
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Venerdì 15 Settembre 2023, 20:48 - Ultimo aggiornamento: 17 Settembre, 20:34

Avrebbe sottratto oltre 1 milione di euro dall’azienda del marito (che ha denunciato per maltrattamenti in famiglia), per spenderli per ragioni diverse dalle necessità della società: in gioielleria o per arredi privati.
La Procura di Lecce ha chiuso le indagini sul conto di una donna, A.M, che risponde ora di appropriazione indebita: secondo la ricostruzione accusatoria che trae spunto dall’esposto dell’amministratore unico della Energy Tecno Spa e dalle indagini svolte dalla compagnia della Guardia di Finanza di Lecce, la donna in previsione della separazione dal marito e proprietario della società per azioni, avrebbe sottratto dall’azienda più di 1 milione di euro, di cui 24mila circa in concorso con la sorella, pure indagata, S.M, che sarebbe stata “fittiziamente” assunta in azienda e 31mila circa in concorso con un consulente informatico, F.C, anche lui coinvolto nell’inchiesta, al quale avrebbe liquidato fattura provvigioni per vendite mai avvenute.

L'inchiesta


L’inchiesta è stata coordinata dal pm Maria Consolata Moschettini. Secondo l’accusa, più nel dettaglio, la donna «con un più azione esecutive di un medesimo disegno criminoso si sarebbe appropriata indebitamente, nella veste di amministratore unico dal 14 luglio 2016 fino al 21 agosto 2021 della somma di 1.015.925 euro»
In particolare avrebbe sottratto «la somma di 40.877 euro a titolo di anticipazioni dell’amministratore, 11.500 euro per l’acquisto di un orologio da polso da 7mila euro ed altri “gadget” da una nota gioielleria leccese, beni estranei alle attività dell’impresa. 68.596 euro per l’acquisto di mobili, 30.500 euro a titolo di compensi di amministratore senza che la società avesse mai deliberato nulla in merito».

Vendite inesistenti


E poi ancora, nel novero, consulenze per provvigioni relative a vendite inesistenti; 20mila euro per acquisto di attrezzature elettroniche; 654mila che sarebbero stati prelevati dalle casse sociali ed utilizzate per ristrutturare, ampliare ed arredare un immobile acquisito in comodato e successivamente destinato a propria residenza e non a sede aziendale.


Avrebbe inoltre, nella veste di «istigatrice», sottratto in concorso con la sorella la somma di 24mila euro facendola passare come corrispettivo di attività lavorativa alle dipendenze della società.
Infine la somma di 31mila euro trasferite dalle casse sociali a titolo di provvigioni per vendute mai procacciate dal Cordella. Gli indagati sono difesi dagli avvocati Silvio Verri, Giancarlo Vaglio. Laura Bruno e Salvatore Arnesano.
La Energy Tecno Spa, persona offesa, e’ assistita dall’avvocato Fulvio Pedone. 

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