Salento, sequestro da 12 milioni a Mazzotta: sì all'attività d'impresa per pagare i dipendenti

Il resort Barone di Mare
Il resort Barone di Mare
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Martedì 1 Agosto 2023, 17:19 - Ultimo aggiornamento: 2 Agosto, 14:27

Sì alla continuità aziendale per consentire la piena operatività della società Barone di Mare che gestisce il resort di Torre dell’Orso. Lo ha chiarito, su istanza dei difensori, il gip Angelo Zizzari. A chiedere un provvedimento gli avvocati Saverio Sticchi Damiani e Roberto Eustachio Sisto nell’interesse dell’imprenditore ed ex sindaco Giancarlo Mazzotta, e dei famigliari coinvolti nel procedimento che ha portato al sequestro di denaro e quote societarie per 12 milioni di euro, in parte confermato dal Tribunale del Riesame che ha rigettato i ricorsi delle difese. Sono stati restituiti 36mila euro a Pierluigi Mazzotta. 

Le precisazioni del gip

«Il gip ha precisato che il sequestro preventivo disposto su alcune somme dei conti correnti nella disponibilità della famiglia Mazzotta - si legge in una nota della difesa - nelle more delle definizione del processo penale per presunta sovrafatturazione, non è in alcun modo ostativo alla prosecuzione dell’attività di impresa». In sostanza al pagamento di fornitori, dipendenti e a tutte le incombenze che il funzionamento di una grossa attività ricettiva richiede. 
«Ed infatti - prosegue la nota - a prescindere dalla conferma del sequestro per alcune somme in sede di Riesame, la Barone di Mare, e con essa l’attività alberghiera, è pienamente operativa e ha piena facoltà di utilizzare i propri conti, disponendo di tutte le ulteriori entrate per poter garantire la continuità aziendale. Di fatto, l’accoglimento della predetta istanza consente alla società di ottenere un risultato sovrapponibile a quello oggetto della richiesta di dissequestro, volta sostanzialmente a poter disporre delle somme utili a far proseguire l’attività di impresa».
«Pertanto - conclude la nota - pur nell’attesa dell’udienza di fissazione del Riesame proposto dai legali della Pgh Barone di Mare e delle definizione del processo penale, rispetto al quale la famiglia Mazzotta ribadisce, nonostante tutto, la propria serenità e la piena fiducia nell’accertamento della verità in ordine all’assenza di qualsiasi imputazione di reato, resta la certezza che il congelamento di parte delle somme presenti sui conti correnti non intacca la continuità aziendale e la possibilità per l’azienda di far fronte ai pagamenti dei dipendenti, dei fornitori e di tutte le spese di gestione dell’attività di impresa». 

L'ipotesi di frode carosello

Il procedimento che ha portato al maxi sequestro, verte su su ipotesi di truffa aggravata e reati tributari per un presunto giro di sovrafatturazioni finalizzate a ottenere contributi pubblici, per lavori da eseguire nella struttura Barone di Mare, di Torre dell’Orso.

Insomma una tipica “frode carosello”. La narrazione è quella di un meccanismo complesso di rapporti aziendali. Oltre che a Giancarlo Mazzotta, il decreto è stato eseguito nei confronti del consigliere regionale di Forza Italia e figlio di Giancarlo, Paride Mazzotta. Figurano anche Hermes Mazzotta, Pierluigi Mazzotta, Greta Mazzotta e Luciana Quarta, ol re alla società Barone di Mare, e ad altre cinque aziende che i militari del nucleo di polizia economico finanziaria hanno ritenuto riconducibili a tutti coloro che sono citati (a vario titolo). E alle quali viene contestato un illecito amministrativo.

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