Salento, sequestrati 12 milioni a Mazzotta e società: indagato anche Paride

La difesa: "Sereno e pronto a dimostrare la liceità di tutte le operazioni, come già accaduto in passato"

Salento, sequestrati 12 milioni a Mazzotta e società: indagato anche Paride
di Roberta GRASSI
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Giovedì 13 Luglio 2023, 23:21 - Ultimo aggiornamento: 14 Luglio, 20:04

Società collegate, secondo l’accusa, da rapporti di fatturazione in parte gonfiata. Una “rete” famigliare riconducibile per la Procura e per il gip all’ex sindaco di Carmiano, e imprenditore, Giancarlo Mazzotta, finito al centro di una nuova inchiesta nell’ambito della quale ieri è stato emesso un decreto di sequestro preventivo per equivalente di somme per complessivi 12 milioni di euro. 

Gli indagati 

Nell’inchiesta è coinvolto anche il consigliere regionale di Forza Italia e figlio di Giancarlo, Paride Mazzotta.

Figurano anche Hermes Mazzotta, Pierluigi Mazzotta, Greta Mazzotta e Luciana Quarta, oltre alla società Barone di Mare, e ad altre cinque aziende che i militari del nucleo di polizia economico finanziaria hanno ritenuto riconducibili agli indagati. E alle quali viene contestato un illecito amministrativo. Il fascicolo è del pm Donatina Buffelli. Le indagini risalgono a un periodo compreso tra il 2017 e il 2019. Le accuse sono di truffa aggravata, autoriciclaggio, fatture false per operazioni inesistenti.  Il sequestro riguarda denaro e quote societarie. 

La versione delle difese

«Sono sereno – dichiara Giancarlo Mazzotta – e ho fiducia nella magistratura. Sono convinto di poter chiarire tutto, come sempre fatto anche in relazione ad altre vicende». I difensori (Paolo Spalluto, Saverio Sticchi Damiani, Stefano De Francesco, Andrea Sambati) sono già al lavoro da ieri ed è ipotizzabile un immediata impugnazione al Riesame, tenuto conto che – quantomeno in relazione alla Madigest – è emerso che le questioni tributarie sono già state chiarite in altra sede, viene sostenuto. Quanto alle ipotesi accusatorie, si parla di un articolato sistema di fatturazione e sovrafatturazione, che sarebbe stato finalizzato per la Procura a documentare spese in realtà mai sostenute. Con conseguente evasione fiscale, per via delle dichiarazioni giudicate non corrette, e con l’ottenimento di benefici fiscali previsti. Un meccanismo in cui gli investigatori pongono al vertice Giancarlo Mazzotta, ritenendo di fatto le altre aziende satelliti e funzionali all’articolato sistema fiscale.
Accuse tutte da verificare. Va specificato che le strutture ricettive non sono minimamente intaccate dal provvedimento e continuano regolarmente a funzionare. La Barone di Mare è una nota attività turistica con sede a Torre dell’Orso, già coinvolta in una procedura di interdittiva da cui, proprio di recente, è uscita del tutto pulita. 

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