Emergenza caldo, in ospedale a Lecce con 42 di febbre: il ghiaccio arriva dalla pescheria

Emergenza caldo, in ospedale a Lecce con 42 di febbre: il ghiaccio arriva dalla pescheria
Emergenza caldo, in ospedale a Lecce con 42 di febbre: il ghiaccio arriva dalla pescheria
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Lunedì 24 Luglio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 19:11

L’eccezionale ondata di calore che fa aumentare le richieste di soccorso soprattutto da parte di persone fragili e anziani e l’aumento dell’utenza vacanziera, stanno mettendo a dura prova il sistema sanitario del 118 della Puglia, con emergenze che si ripetono, a corrente alternata, nelle varie Asl. Nel Salento un fine settimana da incubo, quello che si è appena concluso. Il Pronto Soccorso dell’ospedale “Vito Fazzi” ha dovuto gestire decine di codici rossi contemporaneamente, fra i quali ben sei pazienti con colpo di calore e febbre fino a 41 e 42 gradi.

Il ghiaccio della pescheria e i soccorsi

Ne dà notizia il direttore generale della Asl, Stefano Rossi. «Per il protrarsi delle elevate temperature corporee e dopo aver constatato insieme ai rianimatori l’inefficacia della sola terapia medica, nella tarda serata di venerdì, una dottoressa del Pronto Soccorso ha interpellato il medico di turno della Direzione medica facendo presente la necessità di un ulteriore quantitativo di ghiaccio per ridurre la temperatura dei pazienti che non rispondevano alle cure». A quel punto il medico ha contattato la ditta De.Mar., che si occupa di prodotti ittici, «che ha provveduto alla consegna gratuita e immediata di sei sacchi di ghiaccio da 10 chili direttamente nel Pronto Soccorso». All’impresa i ringraziamenti di Rossi e delle famiglie dei pazienti curati.Ben 444 gli interventi messi in campo al Ps di Lecce, su oltre 1.000 richieste di soccorso. Complessivamente le chiamate in entrata dagli utenti e in uscita dalla centrale verso i mezzi di soccorso, sono state 2.043 nell’arco di 24 ore. Circa 240 le chiamate non risposte (pari al 23% del totale) per via dell’eccessivo carico di lavoro a cui sono stati sottoposti gli operatori. Cinque i decessi e 22 i codici rossi registrati. I pazienti trasportati in ospedale sono stati 171 (39%), quelli curati a domicilio 273 (61%). «Il lavoro e le chiamate di soccorso continuano ad aumentare – commenta il responsabile del 118 Lecce, Maurizio Scardia – tuttavia col massimo sforzo e concentrazione ci adoperiamo a svolgere un’importante funzione di filtro sul territorio per ridurre alle vere emergenze gli accessi nei pronto soccorso». 
Particolarmente delicata la situazione in provincia di Taranto, dove il 118 sopperisce all’apertura a singhiozzo, per scarsità di medici, delle guardie mediche nei comuni e delle guardie turistiche, del tutto assenti lungo alcuni tratti del litorale ionico.
Nell’ultimo weekend, il Pronto soccorso dell’ospedale Santissima Annunziata di Taranto ha sofferto per l’arrivo quasi contemporaneo di numerose autoambulanze costrette a diverse ore d’attesa con i pazienti a bordo prima che si liberasse un posto in Pronto soccorso. Circa la metà degli accessi non rivestiva carattere d’urgenza. Dai dati forniti ieri dalla direzione strategica della Asl e riferiti alla sola giornata di sabato, gli arrivi di mezzi di soccorso del 118 all’ospedale tarantino sono stati in tutto 151 di cui solo 11 classificati con codice rosso, 16 arancione e 69 codici verdi. I casi di urgenza differibile sono stati 53 e due i codici bianchi. Da sabato quindi, l’intasamento creato sulla rampa del pronto soccorso del Santissima Annunziata, così come all’ingresso dell’ospedale di Martina Franca, hanno costretto i responsabili del 118, in accordo con la direzione strategica della Asl, a deviare i casi meno gravi al punto di primo intervento medicalizzato dell’ospedale Moscati, utilizzato come valvola di sfogo del sistema che rischiava di collassare. 
«L’anomala ondata di calore che sta interessando in questi giorni il nostro territorio – fa sapere il direttore generale Asl, Gregorio Colacicco - sta imponendo uno sforzo straordinario al nostro sistema di emergenza territoriale e la messa in campo di strategie organizzative eccezionali». Il manager invita pertanto i cittadini, soprattutto quelli più fragili, ad «evitare di uscire nelle ore più calde, bere almeno un litro e mezzo di acqua al giorno, alimentarsi prediligendo cibi leggeri, frutta e verdura, evitare gli alcolici, far arieggiare e rinfrescare gli ambienti frequentemente». Per il parlamentare di FdI, Giovanni Maiorano, intervento ieri nel merito, risolvere il problema «delle mancate cure che ledono i diritti dei cittadini di Taranto, deve diventare la priorità degli amministratori ionici» perché «la salute viene prima di ogni cosa». 
Un’impennata di ricoveri si è registrata anche nel Barese, dove l’Asl ha registrato oltre 9mila accessi nei Pronto soccorso tra l’1 e il 15 luglio, per una media di 600 al giorno.

Reparti sguarniti - a Ortopedia del Policlinico sono stati interrotti gli interventi per mancanza di impianti di refrigerazione funzionanti - e ospedali sotto pressione, con l’impennata di accessi che ha riguardato in particolare quelli del capoluogo (1.995 accessi al “San Paolo” e 1.856 al “Di Venere”) e Monopoli (1.432 accessi). «In estate, con l’incremento dei vacanzieri cresce la richiesta di soccorso negli ospedali di riferimento per le marine – precisa la primaria del Ps dell’ospedale di Monopoli, Anna Elisa Bolognino – e questo comporta un maggiore sforzo per tutto il personale medico e sanitario impegnato nell’unità di emergenza urgenza».

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