Lecce, stop ordinanza anti-movida: «Troppo tardi, i giovani non vengono più»

Cadono le restrizioni dell'estate

Lecce, stop ordinanza anti-movida: «Troppo tardi, i giovani non vengono più»
di Paolo CONTE
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Lunedì 2 Ottobre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 3 Ottobre, 11:52

Stop all’ordinanza e la movida riattacca la musica a margine di un’estate caratterizzata dalle polemiche. Lamentele montate dai gestori dei locali che, anche quest’anno, si sono dovuti attenere alle disposizioni del Comune di Lecce.

Ordinanza in vigore dal 15 luglio al 30 settembre

L’ordinanza è stata in vigore dal 15 luglio al 30 settembre scorso (valeva per il centro storico e per l’area di piazza Mazzini) basandosi su tre punti fondamentali: l’anticipazione dell’orario di chiusura degli esercizi pubblici e commerciali alle ore 03:00; il divieto di emettere musica all’esterno del locale dalle ore 24.00 dalla domenica al giovedì e dalle ore 01.00 il venerdì e il sabato; il divieto di emettere musica e suoni sulla pubblica via per gli artisti di strada a partire dalle 23. 
Un provvedimento che già in estate aveva provocato i mugugni dei titolari di alcuni esercizi del centro storico, soprattutto dei locali notturni, nonostante l’ordinanza - come ha tenuto a specificare il Comune - sia arrivata al termine di un percorso di confronto anche con le associazioni di categoria. Ma le polemiche continuano a propagarsi anche ad ordinanza ormai archiviata. 

«A Lecce non ci sono discoteche, la movida è la sola cosa per i giovani»

 

«Senza l’ordinanza avremmo potuto lavorare di più perché il nostro è un locale notturno - dice Francesco Milo del Quarantacinque in via Marco Basseo -. Siamo un cocktail bar e il movimento comincia alle 23, ma dopo un’ora siamo stati costretti a staccare la musica per tutta l’estate. A Lecce non ci sono discoteche e la Movida è l’unico punto di riferimento per i giovani, ma a causa di queste restrizioni i ragazzi in centro si annoiano e preferiscono spostarsi in altre zone. Mi auguro che l’estate prossima si possa tornare all’antico una buona volta». 
Da ieri i locali del borgo antico hanno ripreso a lavorare senza restrizioni, ma il bilancio dell’estate 2023 è stato negativo anche per Danilo Stendardo, gestore dello Road 66 in via dei Perroni e presidente della Fipe di Confcommercio: «Siamo stati fortemente penalizzati perché in piena estate la musica fa rima con divertimento - dice -.

E i giovani non ci sono più. È stata colpita la fascia d’età compresa tra i 20 e i 40 anni che per il nostro lavoro è di primaria importanza. Dopo la mezzanotte ormai i giovani escono dalle mura del centro storico. Ormai la restrizione è diventata una cattiva abitudine». 

I locali: in autunno non si lavora come d'estate

Non mancano i mugugni in piazzetta Santa Chiara in un clima di profonda amarezza. «La cessazione dell’ordinanza al 30 settembre lascia il tempo che trova - afferma Gianfranco Vergari del Mivida -. In pieno autunno i turisti diminuiscono e non si lavora più come in estate. Si sarebbe dovuto trovare un giusto equilibrio, ma staccare la musica a mezzanotte l’ho trovato eccessivo e penalizzante. Anche a basso volume avremmo potuto lavorare meglio anche dopo le 24, compatibilmente con il bene della quiete pubblica, ma purtroppo non è stato possibile». 
E Aldo Ravi del Tacco 12 rincara la dose: «Può anche andar bene la chiusura alle 3, ma la musica sino alle 24 assolutamente no - asserisce -. È stato frustrante e invalidante. Ora che l’ordinanza è scaduta dovremo confidare nel meteo affinché i giovani possano tornare in centro storico almeno nel week end per sorseggiare un cocktail in compagnia del sottofondo musicale. La movida senza musica non ha ragione di esistere». 
«Non si può lavorare in silenzio durante l’estate. È veramente assurdo - prosegue Simone Zecca dell’Alibi Creative Club -. Abbiamo visto tanta gente andare via dopo la mezzanotte perché senza musica di sottofondo non si crea la giusta situazione. In estate si cena tardi e si beve seduti ai tavoli fino a notte fonda. Farlo senza musica è terribile. Le conseguenze hanno gravato nelle nostre tasche ancora una volta». 
La voce fuori dal coro è stata quella di Paolo la Peruta del Caffè Letterario in via Guglielmo Paladini: «Non ci siamo sentiti penalizzati perché l’ordinanza ha rispettato i nostri orari di lavoro - spiega La Peruta -. Ammetto però che è stata un’estate sottotono come dicono altri miei colleghi, ma secondo me con l’ordinanza non c’entra nulla. Il Salento è andato di moda per 20 anni ed è normale registrare un calo, che credo sia da attribuire alla politica dei prezzi al rialzo in base al servizio offerto. Purtroppo l’età media del turista si è alzata tanto e i giovani preferiscono andare altrove».

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