Ex Galateo, attesa finita:
residenze “sociali”
nel palazzo abbandonat

Ex Galateo, attesa finita: residenze “sociali” nel palazzo abbandonat
di Ilaria MARINACI
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Martedì 6 Marzo 2018, 22:09 - Ultimo aggiornamento: 7 Marzo, 11:00
Ora è messo nero su bianco: l’ex Galateo rinascerà ma senza perdere la sua funzione sociale. Da ex Sanatorio per la cura delle malattie tubercolari diventerà un complesso di edilizia residenziale mista. Parte degli appartamenti sarà messa in vendita e parte sarà destinata ai cittadini che non hanno i requisiti per una residenza popolare e, allo stesso tempo, non possono accedere al libero mercato degli alloggi.
Nello specifico giovani coppie, single, studenti universitari fuori sede, famiglie monogenitoriali, lavoratori, anziani, sfrattati o sotto minaccia di sfratto. In sostanza, l’imponente complesso in stato di abbandono da anni nel quartiere Leuca sarà oggetto di uno dei primi e più innovativi progetti di social housing mai realizzato in Puglia. In questo modo l’amministrazione Salvemini si propone due obiettivi: la rigenerazione urbana dell’area e il contrasto ad un certo tipo di disagio abitativo.
Se finora se n’era parlato solo in teoria, adesso si passa ai fatti. Nella riunione di giunta di ieri è stato approvato lo schema di protocollo d’intesa da firmare con tutti gli altri enti coinvolti: Puglia Valore Immobiliare, società di cartolarizzazione della Regione proprietaria dell’immobile, la stessa Regione Puglia, la Soprintendenza (si tratta di edificio di interesse storico) e Arca Sud Salento. Un patto comune sul futuro dell’ex Galateo che impegnerà i firmatari a collaborare in tutte le fasi della riqualificazione: progettazione, realizzazione e gestione. Inoltre, già si è definito che per la progettazione dell’intervento sarà bandito un concorso internazionale di idee con lo scopo di “attrarre soluzioni innovative di qualità - si legge nello schema - finalizzate a meglio ottimizzare le capacità prestazionali dell’edificio, i costi di trasformazione e i consumi”.
«Con questa delibera - commenta l’assessore all’Urbanistica Rita Miglietta - sanciamo un accordo dal significato politico straordinario: più istituzioni convergono nel salvaguardare la funzione sociale dell’ex Galateo, un luogo che è stato il più grande sanatorio del Mezzogiorno d’Italia inaugurato nel lontano 1934 e dismesso da circa 20 anni. Dopo un lungo periodo che ha visto numerose ipotesi di rigenerazione dell’edificio - sede della Provincia, della Questura, Cittadella della Cultura o struttura ricettiva - oggi si condivide la scelta migliore: recuperarlo per trasformarlo in un edificio per residenze sociali, sperimentando nuove forme di abitare ancorate a nuove e crescenti fasce di bisogno».
 
La realizzazione di spazi misti ha l’obiettivo di «garantire anche integrazione tra differenti fasce e nuclei sociali, al fine - come si legge ancora nel documento - di favorire la coesione necessaria alla costruzione di comunità, intervenendo nell’individuazione di tipologie residenziali miste». Il social housing con alloggi a metratura variabile e fissa destinati a rispondere alle esigenze e ai bisogni di studenti, anziani, single, giovani coppie e famiglie monogenitoriali, affiancate ad abitazioni anch’esse di varie metrature destinate alla normale residenza. A disposizione delle une e delle altre sono previsti spazi per servizi comuni, sale multifunzionali, commercio, sport e aggregazione. Nella riqualificazione del complesso - sia pure con una destinazione d’uso aperta a tutti - rientra anche il recupero del parco dell’ex Galateo, finanziato con 1,2 milioni di euro già deliberati dalla Regione, che sarà cantierizzato, una volta definito il progetto, ora in fase di implementazione. Un progetto pilota per la Puglia. «Sarà un percorso molto complesso - continua l’assessore - perché bisognerà redigere il miglior progetto di recupero contenendo consumi e costi di gestione, ma restituire alla città un luogo così importante partendo dal riconoscimento di un bisogno primario, come la casa, riteniamo sia il modo più giusto per salvaguardare ciò per cui ci sentiamo impegnati: la comunità».
Non si esclude il ricorso al project financing. Gli enti, insomma, lavoreranno insieme “per costruire il percorso migliore per l’attuazione del progetto, anche con il coinvolgimento di privati, dentro un disegno che oggi si definisce a partire da una forte regia pubblica, perché - conclude l’assessore Miglietta - la politica è sinergia».
 
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