Viaggio nel Castello Carlo V, tra sale vuote e turisti delusi

Un'area del maniero
Un'area del maniero
di Stefania DE CESARE
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Sabato 14 Gennaio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 11:01

È una delle attrazioni di punta della città di Lecce. Un maniero cinquecentesco (ma con un passato più antico, risalente al XII secolo d.C.) che deve il suo nome al sovrano spagnolo. 
Ma oggi il Castello Carlo V è un monumento a mezzo servizio. «Mi aspettavo di più, è un bene interessante ma non c’è nulla che possa incuriosire. È desolante visitarlo». È il giudizio severo dei pochi turisti che provano ad avventurarsi in questi giorni all’interno dell’antica fortezza. Difficile, infatti, essere incuriositi dal monumento che per decenni ha ospitato sovrani, artisti e uomini di corte e che oggi risulta un contenitore vuoto (o quasi). Con la fine delle festività natalizie, anche gli eventi e le visite “extra” sono terminate. 

Il 2023 inizia in salita

E il 2023 è iniziato in salita per il Castello Carlo V: il Comune ha ceduto la sua parte di competenza al Demanio e nel frattempo è stato “smantellato” l’infopoint (gestito in questi anni dalla società Theutra e il cui contratto è scaduto a fine novembre) un tempo dotato di tutto il necessario per accogliere i visitatori e fornire le informazioni per scoprire la città.

E quindi per apprezzare la fortezza serve uno sforzo di immaginazione. Difficile, infatti, rimanere incantati una volta varcata la Porta Reale. Il primo biglietto da visita davanti all’ingresso su viale XXV luglio è una sala vuota che ospita a turno gli operatori della Lupiae servizi, che hanno il compito di accogliere quei pochi “coraggiosi” che vorrebbero conoscere il Castello. Poi qualche pannello qua e là, con informazioni sui tour guidati e multimediali che, però, non sono disponibili.

Cosa si può visitare

Quello che si può esplorare (oggi gratuitamente, un tempo a pagamento) è il cortile interno (Piazza D’Armi) e le sale al primo piano. Poco per un monumento che al suo interno ospita anche le prigioni, camminamenti di ronda, la Cappella di Santa Barbara e il Museo della Cartapesta. Tesori che sono accessibili solo con aperture spot, organizzate dalla Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Brindisi e Lecce durante alcuni periodi dell’anno. I turisti di passaggio, quindi, devono avventurarsi da soli (senza una guida) alla scoperta dell’antico maniero. Esplorando il cortile si possono ammirare i resti di alcune testimonianze del passato i cui dettagli sono riassunti su un cartello informativo. Poi nulla più. A pochi passi c’è il percorso per accedere alla Porta Falsa, l’ingresso su piazza Libertini, e dove sono ancora in corso i cantieri di restauro, e la scalinata per arrivare alle sale del primo piano, tra cui quella del trono Maria D’Enghien. Locali con un fascino particolare, dove si respira la storia, ma che sono pressoché vuote, con alcuni pannelli informativi e qualche teca che custodisce una serie di reperti storici.
Troppo poco per una città che ormai vanta presenze turistiche tutto l’anno e con numeri sempre in crescita. Al momento la programmazione (così come la fruizione) è in fase di rodaggio. Si procede con aperture a singhiozzo tra visite guidate ed eventi offerti all’interno della rassegna “Attraverso il Castello”, il progetto di valorizzazione promosso dall’organo ministeriale e le associazioni di promozione sociale 34° Fuso e The Monuments People. Eventi che solitamente fanno il pienone di presenze, a conferma che il Castello piace non solo i turisti ma anche i leccesi interessati a riappropriarsi degli spazi della città. Iniziative che, però, non sono sufficienti per un monumento che merita una valorizzazione completa e 365 giorni l’anno. 

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