Inchiesta “Sesso e giustizia”, torna libero il primario Rollo: «Arresto ingiustificato»

Il primario Rollo
Il primario Rollo
di Erasmo MARINAZZO
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Giovedì 11 Aprile 2019, 07:40 - Ultimo aggiornamento: 09:43

Annullamento senza rinvio e revoca immediata della misura degli arresti domiciliari per il primario di Ortopedia dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, Giuseppe Rollo, 59 anni, di Nardò. Torna libero per mancanza di gravi indizi che potessero giustificare l’arresto ai domiciliari al quale fu sottoposto il 6 dicembre dell’anno scorso nell’inchiesta della Procura di Potenza e della Guardia di finanza di Lecce sullo scambio di favori fra il pubblico ministero Emilio Arnesano con tre primari ed il direttore generale della Asl.
Lo hanno detto ieri sera i giudici della sesta sezione penale della Corte di Cassazione accogliendo il ricorso presentato dagli avvocati difensori Ladislao Massari e Renata Minafra, per chiedere l’annullamento dell’ordinanza del Tribunale del Riesame di Potenza, nonché l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari, Amerigo Palma ed eseguita a dicembre. Dello stesso avviso è stato, peraltro, il sostituto procuratore generale: annullamento delle ordinanze, senza rinvio, la richiesta al collegio dei giudici.
Un provvedimento di segno contrario, l’ordinanza di ieri sera della Cassazione, a quello adottato martedì della scorsa settimana dai giudici della sezione B del Tribunale di Potenza (presidente Federico Sergi) nelle vesti di titolari del processo al via il 29 marzo e che riprenderà nelle giornate del 18 e del 19 aprile prossimi: avevano respinto, con il parere contrario alla revoca del procuratore capo Francesco Curcio, la richiesta esposta in aula dai difensori sul presupposto che non sussistesse più il pericolo di inquinamento probatorio poiché tra i testimoni citati dall’accusa non ce n’era uno che dovesse deporre sul dottore Rollo. A meno che - avevano sottolineato i legali - non si ritenesse Rollo capace di condizionare gli ufficiali di polizia giudiziaria.
Rigetto, anche quella volta. Il quarto incassato dall’imputato e dai difensori: due volte no aveva detto il gip ed una volta il Riesame. Era stata accolta, il 29 gennaio, solo la richiesta di potersi recare in ospedale per riprendere la professione. 
Il primario di Ortopedia erano finito ai domiciliari durante il blitz del 6 dicembre che colpì anche il direttore generale della Asl, Ottavio Narracci, il primario di Neurologia Giorgio Trianni (domiciliari per entrambi), il primario di Medicina del Lavoro, Carlo Siciliano, ed il pubblico ministero Arnesano (carcere per entrambi, passati poi ai domiciliari) e l’avvocatessa Benedetta Martina (domiciliari, è tornata poi libera ed ha patteggiato la pena).
Corruzione in atti giudiziari in concorso con il pm Arnesano, l’accusa valutata ieri in Cassazione ed oggetto del processo in corso. Secondo l’accusa il primario ed il magistrato sarebbero scesi a patti: Arnesano avrebbe chiesto l’archiviazione per un’inchiesta in cui Rollo era indagato per lesioni e l’interessamento per un fascicolo di un altro magistrato. In quel capo di imputazione viene riportata l’intercettazione “quella andrà così, non ti preoccupare, quella andrà così come dico io perché non c’è altra alternativa, capito?”. Il vantaggio di Arnesano sarebbe costituito nell’avere ottenuto una corsia preferenziale per una visita medica specialistica di un parente in una clinica specialistica del Nord Italia. Ad intercedere su Rollo, dice questo il capo di imputazione, sarebbero stati Trianni e Narracci.
Su queste circostanze mancano i gravi indizi di colpevolezza indispensabili a giustificare l’arresto ai domiciliari, ha detto la Cassazione. Nel merito se ne discuterà nel processo, con Rollo non più vincolato da misure sulla libertà personale. C’è da dire che, peraltro, fra i nuovi atti depositati dal procuratore Curcio nella prima udienza non ci sono fatti riguardanti Giuseppe Rollo.

Nulla. Interessano per lo più altri imputati, in particolare Narracci.

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