Inchiesta sesso e favori, 17 udienze per la verità

Emilio Arnesano
Emilio Arnesano
di Erasmo MARINAZZO
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Sabato 30 Marzo 2019, 08:13 - Ultimo aggiornamento: 08:16
Non un processo ordinario. «Questo processo è stato inserito nel gruppo dei processi prioritari. Ed in questo gruppo risulta quello che ha priorità assoluta». Sono le parole con cui il presidente del collegio B del Tribunale di Potenza, Federico Sergi, ha chiuso ieri mattina la prima udienza del processo che vede imputati i vertici della Asl di Lecce, tre avvocati del distretto o salentino, una aspirante avvocatessa ed un magistrato. Il processo che dovrà accertare se è vero che il pubblico ministero Emilio Arnesano si sia fatto corrompere da medici e da avvocati, in cambio di incontri a luci rosse, una barca pagata a prezzo di favore, due battute di caccia al daino in Basilicata e canali preferenziali per le visite mediche di parenti. Potenza perché competente per i reati contestati o subiti dai magistrati del distretto della Corte d'Appello di Lecce.
Parole, quelle del presidente Sergi, anticipate da un provvedimento concreto: è stato fissato il calendario di questo processo. Diciassette udienze da aprile a settembre, con la sola sospensione ad agosto. Che sarebbero state 18 se il 16 aprile un giudice componente il collegio non avesse già preso altri impegni.
Si torna nell'aula Mario Pagano il 18 aprile, per riprendere il processo il giorno seguente. E poi: 20, 23 e 30 maggio. Quattro udienze a giugno 6, 13, 20 e 27. Sei a luglio: 4, 5, 11, 12, 18 e 19. E due a settembre: 12 e 13. A qualche commento sulla solerzia dimostrata all'avvio del processo, il presidente Sergi ha risposto con una battuta: «Se volete fissiamo una udienza anche il 14 agosto».
Tanta solerzia tenuto conto che alcuni degli imputati sono agli arresti dal 6 dicembre dell'anno scorso, quando i finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria di Lecce eseguirono l'ordinanza emessa dall'allora giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Potenza, Amerigo Palma, su richiesta del pubblico ministero Veronica Calcagno passata poi ad altro incarico.
A rappresentate ieri l'accusa c'era il procuratore capo Francesco Curcio. E sono iniziate già le prime schermaglie con il collegio difensivo, sulle questioni preliminari: l'avvocato Luigi Corvaglia, difensore con il collega Luigi Covella del pm Arnesano, ha fatto presente di non avere avuto copia di tutte le intercettazioni: «Non solo quelle utilizzate dal pubblico ministero in chiave accusatoria». Il procuratore capo ha replicato sostenendo che in tre mesi di intercettazioni sono state registrate decine di conversazioni, anche della vita privata degli indagati e di altre persone.
Saranno messe tutte a disposizione della difesa: è stata accolta la richiesta rivolta al presidente Sergi. Lo stesso giudice ha inoltre autorizzato tutti gli imputati vincolati da misure sulla libertà personale, a raggiungere senza scorta il Tribunale di Potenza nei giorni delle udienze.
Si tratta del pm Emilio Arnesano, 62 anni, di Carmiano. I primari del Vito Fazzi di Lecce: Carlo Siciliano (Medina del lavoro), 63 anni (difeso dagli avvocati Amilcare Tana e Nicola Buccico); Giorgio Trianni (Neurologia), 67 anni, di Gallipoli (avvocati Stefano Chiriatti e Francesco Paolo Sisto); e Giuseppe Rollo (Ortopedia), 59 anni, di Nardò (avvocati Ladislao Massari e Renata Minafra). Il direttore generale della Asl Ottavio Narracci, 60 anni, di Fasano (avvocati Giangregorio De Pascalis e Cesare Placanica). Imputati sono anche l'avvocato Mario Ciardo, 55 anni, di Tricase (difeso da Gabriele Valentini e Ladislao Massari); la praticante legale Federica Nestola, 33 anni, di Copertino (avvocati Alberto ed Arcangelo Corvaglia); l'avvocatessa Manuela Carbone, 35 anni (avvocato Danilo Di Serio); e l'avvocato Augusto Conte, 78 anni, di Ceglie Messapica, ex presidente dell'Ordine degli avvocati di Brindisi (avvocati Aldo Morlino e Carlo Panzuti).
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