È di 806 euro la spesa media che i leccesi dovranno sborsare per l’acconto Imu-Tasi del 16 giugno sulla seconda casa. Una cifra che supera di ben 271 euro la media nazionale che è pari a 535 euro.
La cattiva notizia arriva dalla Uil di Lecce. «È in arrivo una vera e propria batosta, Lecce si piazza addirittura tra le prime 10 città più care d’Italia - afferma il segretario generale del sindacato, Salvatore Giannetto, commentando il Rapporto Imu-Tasi 2016 appena diffuso -. Considerato che nel nostro Paese il 76 per cento dei proprietari di immobili diversi dall'abitazione principale è composto da lavoratori dipendenti e pensionati crediamo che non basti l'abolizione della tassa sulla prima casa per alleggerire il peso fiscale e, soprattutto, renderlo più equo».
Lo studio del servizio Uil politiche territoriali, guidato dal segretario confederale Guglielmo Loy, ricorda inoltre che non bisognerà pagare la tassa sulla prima casa, con un risparmio medio di 60 euro a Lecce, ma se l'abitazione principale ha seconde pertinenze sarà necessario sborsare in media 85 euro per un garage e 35 euro per una cantina. Anche in questo caso, più della media nazionale che si attesta a 76 euro per i garage e a 33 euro per la cantina. Chi possiede un solo garage o una sola cantina come pertinenza dell’abitazione principale non deve pagare nulla. L'acconto Imu/Tasi, invece, si paga anche sulle prime case cosiddette di lusso: in questo caso a Lecce la spesa media è di mille e 701 euro.
«Cambiare si può e si deve − conclude il leader della Uil di Lecce −. L'attuale sistema di tassazione degli immobili va modificato per affermare il principio costituzionale dell'equità sostanziale tra i cittadini. Il Rapporto Uil specifica che il 68 per cento dei proprietari di immobile diverso dall'abitazione principale dichiara un reddito al di sotto dei 26 mila euro. Non possono certo essere definiti paperoni soltanto perché hanno seconda casa, in molti casi ricevuta in eredità. Ecco perché occorre eliminare quelle incongruenze che caratterizzano l’attuale sistema di tassazione sugli immobili. Il tema, infatti, è come alleviare il peso per le persone meno abbienti e chiedere un contributo maggiore a chi ha più disponibilità, a partire da una seria revisione dei criteri che regolano i valori catastali, improntata a criteri di equità e propedeutica a una revisione generale del fisco locale. Si tenga conto delle differenze economiche e sociali per assicurare davvero parità di trattamento fra cittadini e, nel contempo, va sempre più equilibrato il rapporto Stato-enti locali in tema di fiscalità dando, finalmente, certezze alle istituzioni e ai contribuenti».
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