Galatina, iI rombo di decine di moto per dire addio ad Alessio, appassionato centauro

Galatina, iI rombo di decine di moto per dire addio ad Alessio, appassionato centauro
di Valentina CHITTANO
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Mercoledì 6 Ottobre 2021, 13:02 - Ultimo aggiornamento: 18:27

Affidare il dolore a un rombo assordante. Non hanno trovato un modo migliore per salutare Alessio Beccarisi, appassionato centauro, tutti gli amici accorsi al suo funerale ieri pomeriggio. In sella alle loro moto, in fila davanti al sagrato della parrocchia di San Biagio, a Galatina, hanno dato gas tra le lacrime e la rabbia, quasi a voler spremere fino all'ultima goccia di veleno dall'animo triste e incredulo, per liberare quel senso di oppressione.

La cerimonia


Il feretro del 33enne metalmeccanico galatinese, morto domenica sera in seguito a uno schianto sulle due ruote che tanto amava, al rientro dal mare sulla strada che collega Santa Maria al Bagno a Galatone, è stato accompagnato da centinaia di persone strette attorno alla famiglia, che ha dovuto dire addio troppo presto a questo giovane figlio. I centauri hanno premuto a lungo sull'acceleratore, mentre qualcuno applaudiva e qualcuno piangeva. Sono gli attimi in cui si cerca di coprire l'assurdità della realtà con tutti i mezzi che si hanno a disposizione, per poter dire un'ultima parola, prima che il tanto temuto silenzio prenda il sopravvento.
Le sorelle di Alessio hanno indossato per tutta la celebrazione la maglia da gara del fratello, con il suo cognome e il numero 111, quello della sua moto, composto anche con i fiori su un cuscino a forma di cuore e posto ai piedi dell'altare. È stato il loro modo ulteriore per non staccarsi da Alessio, per tenerlo ancora un po' sul petto a cui hanno avvicinato anche alcuni dei trofei vinti dal giovane in una delle sue tante gare sui campi polverosi di motocross.

 

L'omelia

«Dobbiamo essere speranzosi e fiduciosi. A Dio non affidiamo lo scarto - ha detto ai presenti don Pietro Mele, durante le esequie - ma la persona, la preghiera di prendersi cura del nostro amico che nella sua vita oltre la vita avrà senza dubbio più pace e serenità di quella che poteva avere qui. È il momento della gratitudine per tutto ciò che di positivo abbiamo vissuto insieme ad Alessio».
Era un grande lavoratore, Alessio, un ragazzo instancabile, sempre sorridente. Chiunque lo abbia incontrato lo ricorda così. «Era capace di fare qualsiasi cosa - racconta la sua amica Paola - e poi era davvero l'uomo di casa, affettuoso con le sue sorelle, un padre per la sua nipotina di appena un anno. A casa era una colonna, uno di quei perni saldi su sui sai di poter fare affidamento sempre. Lo amavano tutti e l'affluenza della gente per l'ultimo saluto dimostra ancora una volta di quante cose belle abbia seminato. Ci mancherà».
Ancora non è chiara la dinamica che gli ha fatto perdere il controllo della moto: Alessio, infatti, aveva molta dimestichezza con le due ruote. Gareggiava spesso, a livello amatoriale, sui campi di motocross.

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