Cis, il Governo conferma i fondi per il Mezzogiorno. Il ministro Carfagna: «Ora acceleriamo»

Cis, il Governo conferma i fondi per il Mezzogiorno. Il ministro Carfagna: «Ora acceleriamo»
di Francesca SOZZO
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Mercoledì 17 Marzo 2021, 09:29

«Un Mezzogiorno dove sia più facile e conveniente investire, con scuola e università che rendano ragazzi competitivi e preparati alla sfida delle nuove socialità e dei mercati delle competenze. Un Mezzogiorno declinato a fare ponti e invasi agricoli, collegamenti veloci e sistemi intermodali» che punti alla banda larga e metta al bando il dissesto idrogeologico. Per fare questo ci vogliono finanziamenti e programmazione. E i soldi ci sono. Il ministro per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna ha confermato la volontà del governo Draghi di puntare sullo sviluppo del Mezzogiorno assicurando i fondi per il Sud - «risorse ingenti che vanno utilizzate bene e rispettando i tempi» - in cui rientrano i finanziamenti per Zes (Zone economiche speciali) e Cis (Contratto istituzionale di sviluppo).


I TIMORI. Fugati dunque i timori dei Comuni interessati che hanno temuto di vedere vanificato il lavoro finora svolto, in termini di progettualità, dopo la caduta del governo di Giuseppe Conte. Sulle Zes, zone che sarà necessario riformare», ha fatto sapere il ministro Carfagna ieri in audizione nelle Commissioni riunite Bilancio e Politiche dell'Unione europea di Camera e Senato, «abbiamo intenzione di destinare 600 milioni di euro», per l'infrastrutturazione delle Zes. Nello specifico la regione Puglia può contare, infatti, sulla Zes Ionica interregionale Puglia versante ionico e Basilicata e la Zes Adriatica interregionale Puglia adriatica e Molise. «Vogliamo assicurare per queste aree - ha aggiunto il ministro per il Sud - opere di urbanizzazione primaria e di connessione alla rete stradale e ferroviaria che consentono di veicolare traffici commerciali che i porti sono in grado di intercettare, rendendo possibile la trasformazione del commercio in prodotti finiti e semilavorati direttamente negli ambiti territoriali circostanti perché è evidente che senza infrastrutturazione e collegamenti interni le Zes difficilmente potranno decollare».


I FINANZIAMENTI. I fondi per il Sud, all'interno del Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) passano anche dal Contratto istituzionale di sviluppo che dopo Taranto interessa anche i Comuni di Lecce e Brindisi.

Anche in questo caso i fondi ci sono (tesoretto ancora da definire) ma di certo i progetti redatti fino ad ora dai due Comuni, a cui si sono aggiunte le due aree cosiddette cerniera - ai Comuni del Nord Salento (Campi Salentina, Guagnano, Salice Salentino, Novoli, Squinzano, Surbo e Trepuzzi) e, per Brindisi, all'Unione dei Comuni di Valesio (Cellino San Marco, San Pietro Vernotico, Torchiarolo, Sandonaci e San Pancrazio Salentino) - non andranno cestinati.

COSA HA DETTO IL MINISTRO. Il ministro Carfagna ha fatto sapere che in un'ottica di new deal per il Mezzogiorno «solo attraverso una messa a sistema di sistemi finanziari» si potrà ottenere «una prospettiva di rinascita non sprecando l'occasione per sanare disuguaglianze tra varie aree del Paese. Ci vuole dunque una programmazione per un'opportunità densa di risorse e articolata mai realizzata in precedenza e in questa sta la sfida da vincere per il Sud». Rigenerazione urbana e valorizzazione delle identità dei luoghi. È su queste due assi che i progetti del Cis dovranno concretizzarsi. I progetti che possono rientrare nel masterplan dei finanziamenti, devono essere immediatamente cantierizzabili, e quindi progetti già in fase esecutiva che saranno poi discussi con Invitalia, Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa, che coadiuva i Comuni nella redazione dei progetti. Si punta tutto sulla costa e alla sua tutela, sugli attrattori storico-culturali e le infrastrutture. Adesso non resta che aspettare il prossimo incontro con il Governo per definire i tempi.

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