Grave emorragia, muore 55enne. Aperta un’inchiesta

Grave emorragia, muore 55enne. Aperta un’inchiesta
di Valeria BLANCO
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Mercoledì 18 Aprile 2018, 06:10 - Ultimo aggiornamento: 17:04
Sarebbe morto per un’emorragia a seguito della rottura della fistola artero-venosa Massimo Signore, un operaio 55enne di San Pietro in Lama, sottoposto da tempo alla dialisi. È quanto riscontrato dal medico legale Ermenegildo Colosimo, che ieri pomeriggio ha effettuato l’autopsia sul corpo dell’uomo, su disposizione del pubblico ministero Carmen Ruggiero e dopo che i familiari hanno presentato una denuncia per vederci chiaro su una morte a loro parere inspiegabile e assurda.

La morte risale a poco più di una settimana fa. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, l'uomo era sottoposto a dialisi in una clinica del basso Salento. L'ultima dialisi l'aveva eseguita il giorno prima. A un certo punto, mentre era a casa, la fistola si è rotta «ma - fanno sapere i parenti -

l suo quadro clinico si sarebbe aggravato nel giro di pochissimo tempo, tanto da rendere necessario il  trasferimento dell’uomo da casa all’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce. L'uomo sarebbe salito sull'ambulanza con le sue gambe, ma all'interno del mezzo - a bordo del quale c'erano due infermieri - si sarebbe aggravato. Al "Fazzi" i medici avrebbero fatto di tutto per salvargli la vita, ma la situazione sarebbe stata così compromessa da rendere vano ogni tentativo: l’uomo non ce l’ha fatta ed è deceduto poco dopo l’arrivo in ospedale.

Sono stati i familiari, sconvolti da questa morte improvvisa, a chiedere di vederci chiaro sulle cause, anche al fine di individuare eventuali colpe, omissioni o responsabilità. Così il fratello dell’uomo ha presentato una denuncia presso il Posto Fisso dell’ospedale leccese, dando di fatto l’avvio alle indagini.

Il pubblico ministero Carmen Ruggiero ha disposto che sul corpo dell’uomo fosse effettuata l’autopsia, in modo da ricostruire con certezza le cause del decesso. L’esame autoptico è stato eseguito nel pomeriggio di ieri dal medico legale Ermenegildo Colosimo, che ha riscontrato come l’uomo sia deceduto a causa di quello che, in termini medici, è noto come “shock ipovolemico”. In altre parole, a seguito della rottura della fistola artero-venosa spesso utilizzata per la dialisi (ma l'uomo non la utilizzava da circa un anno perché l'uomo dializzava con catetere centrale) si sarebbe verificata un’emorragia impossibile da bloccare.

C’è da dire che spesso, chi è sottoposto a dialisi, è già un soggetto “scoagulato”, cioè sottoposto a un trattamento farmacologico che tende a fluidificare il sangue e per questo le emorragie, in questo tipo di pazienti, sono particolarmente pericolose. Perché la perdita di sangue non sia stata tamponata o sia stata tamponata male lo stabilirà l’inchiesta aperta sul caso per dare risposte alla famiglia, che oggi piange la perdita di un caro congiunto.