Morti dopo un focolaio Covid al Fazzi, il giudice: «Si indaghi ancora»

Morti dopo un focolaio Covid al Fazzi, il giudice: «Si indaghi ancora»
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Venerdì 2 Febbraio 2024, 12:55 - Ultimo aggiornamento: 3 Febbraio, 12:27

Si dovrà indagare ancora sull'origine del focolaio di Covid che si verificò all'Oncologico di Lecce nel 2021, in piena pandemia. Lo ha stabilito il gip Antonio Gatto, all'esito della camera di consiglio per l'opposizione all'archiviazione del procedimento richiesta dal pm Donatina Bufelli e contestata dai parenti di alcune delle 17 persone decedute. 

L'indagine aperta contro ignoti

Il gip ha ritenuto “necessario” procedere a una integrazione dell'attività di indagine. In particolare bisognerà verificare “se i protocolli adottati dalla direzione sanitaria dell'ospedale Vito Fazzi di Lecce fossero adeguati e quindi in grado di bloccare e limitare significativamente la diffusione del virus Sars Cov – 2 , comunque di impedire il verificarsi di focolai di infezione del tipo di quello concretamente divampato presso il reparto di Oncologia del nosocomio salentino” e se “le svariate violazioni  - scrive sempre il gip – dei protocolli messe in luce dall'attività di indagine abbiano o meno assunto efficacia causale rispetto al focolaio sviluppatosi e ai decessi dei pazienti registratisi tra il febbraio e l'aprile 2021, presso il reparto di Oncologia del medesimo ospedale”. 
L’indagine, contro ignoti,  era stata aperta a seguito degli esposti dell’associazione Codici dei famigliari di alcune delle 17 persone decedute, su cui si era concentrata l’attività di verifica dei carabinieri del Nas.

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