L'appello di 5 fratelli: «Cerchiamo nostra sorella Valentina, data in adozione 30 anni fa»

L'appello di 5 fratelli: «Cerchiamo nostra sorella Valentina, data in adozione 30 anni fa»
di Maurizio TARANTINO
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Sabato 19 Novembre 2022, 18:15 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 03:03

La madre muore dopo il parto e il padre è costretto a dare la più piccola dei suoi sei figli in adozione. Oggi, passati 30 anni, la famiglia la cerca disperatamente. Anche per farle sapere che nessuno dei suoi 5 fratelli e il papà hanno mai smesso di pensare a lei. La storia arriva da Surbo: quella che è stata la vita di Valentina, affidata ad una nuova famiglia all’età di tre mesi, non la conosce nessuno dei suoi parenti, dei suoi cinque fratelli e di suo padre. Nessuno sa che fine abbia fatto, neppure se il suo nome sia ancora quello. Un distacco che non trova pace né lenimento col passare del tempo, come racconta la sorella Rosy Favre, autrice di un appello sui social per rintracciare «quel fagotto ingenuo e tenero» affidata ad una nuova vita dopo che la madre morì dopo averla data alla luce.

L'appello sui social


La richiesta è stata pubblicata qualche giorno fa in un gruppo specializzato in ricerca e ricongiungimenti proprio dalla sorella che vorrebbe tanto riabbracciarla e ricostruire quel legame familiare reciso nel 1992. Rosy vive a Surbo e ricostruisce la storia di Valentina con un filo di commozione. «Papà rimasto vedovo, da solo con sei orfani - racconta - fu costretto da vari provvedimenti da parte delle autorità a fare una scelta straziante per garantire ad ognuno di noi un avvenire migliore.

E da quel maledetto giorno perdemmo ogni traccia di Valentina, come fosse svanita nel nulla. Sono quasi 31 anni, da quando il destino l’ha strappata alla nostra unione, che non abbiamo avuto alcun contatto o qualche notizia anche minima». Rosy spiega che lei, i suoi fratelli e il padre, non hanno alcuna intenzione di arrendersi. «Abbiamo lanciato l’ennesimo appello - sottolinea - nonostante non abbiamo avuto finora alcun risultato, perché non vogliamo scoraggiarci e speriamo in un miracolo che ci renda finalmente felici».


Una sorella che ha lasciato un vuoto per come è stata separata dal resto dei familiari ancora in fasce. «Non l’abbiamo mai dimenticata. Papà non smette mai di pensare a lei, immaginando che sua figlia ritorni al suo fianco tanto da poterla riabbracciare anche per una sola volta. L’ultima immagine rimasta nei suoi occhi, sono quelle braccia, autorizzate da una sua firma che gli portarono via per sempre quel fagotto ingenuo e tenero. Una scena dolorosissima che non gli consente di addormentarsi sereno ogni notte. A noi figli rimasti qui, invece il rimpianto di non poterla abbracciare e proviamo una gran pena».


Non c’è stato modo in questi anni, di avere un indizio, di conoscere un frammento della vita di Valentina, anche perché la legge su questo punto è molto severa. «Tutto ciò che possiamo documentare di quei giorni - spiega Rosy - è il certificato di battesimo conservato negli archivi della chiesa madre del nostro paese. A farle da padrino un fratello di nostro padre. Non molleremo: perciò continueremo a percorrere tutte le strade possibili, purché ci portino alla sua destinazione». Tante le dimostrazioni di affetto e di incoraggiamento sul gruppo social, da chi chiede di seguire la traccia del Tribunale dei minori, a chi chiede di avere almeno l’ultima foto disponibile. Condivisioni in massa da tutta Italia, non solo da Lecce e provincia, ma da Perugia, Gorizia, Caserta, Cagliari, Cuneo o Milano. E poi c’è chi si improvvisa detective scandagliando i vari profili social, partendo dal nome originario e collegando l’età compatibile. Alla fine l’augurio più frequente è il più semplice di tutti: «Buona fortuna». 

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