Appalto autovelox, la Finanza a Palazzo Carafa: aperta un'inchiesta

Autovelox
Autovelox
di Erasmo MARINAZZO
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 17 Aprile 2019, 08:07 - Ultimo aggiornamento: 08:10

Aperta un'inchiesta sull'aggiudicazione della gara d'appalto di due milioni di euro per l'installazione di otto autovelox lungo la Tangenziale Est. Nelle giornate di ieri e dell'altro ieri i finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria hanno acquisito nell'Ufficio Traffico di viale Marche il fascicolo della gara del 2015. In originale. Con un decreto di esibizione a firma dei pubblici ministeri della Procura di Lecce, Roberta Licci e Massimiliano Carducci. I magistrati, cioé, titolari dell'inchiesta che ha contestato lo scambio alloggi popolari-voti durante le campagne elettorali delle europee del 2014 e delle regionali del 2015.
Assessore al ramo all'epoca, uno dei principali imputati del processo che ha preso il via l'8 aprile: Luca Pasqualini, 48 anni, di Lecce. Quel decreto di esibizione sembra essere frutto, insomma, di uno degli stralci del filone principale dell'inchiesta costruita sui nove mesi di intercettazioni telefoniche e microspie piazzate anche negli uffici comunali e nelle auto degli indagati su cui si erano concentrate le attenzioni perché coinvolti nell'assegnazione delle case popolari.
Nelle mani degli inquirenti c'è, insomma, una mole di materiale ancora tutto da vagliare, rimasto fuori dall'inchiesta principale. Frasi captate e registrate che raccontano di possibili forzature nelle procedure riguardanti in genere l'amministrazione della città. Conferimenti di incarichi come anche appalti ed altro ancora. Tutto serve a stabilire se siano stati impiegati o meno gli stessi criteri contestati nell'inchiesta madre con le accuse di associazione a delinquere dedita alla corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio, all'abuso d'ufficio, corruzione elettorale e falsi in atto pubblico. Al netto del tempo trascorso e della rilevanza delle vicende.
Per il momento sta prendendo forma il fascicolo riguardante l'appalto del 2015 per l'installazione degli autovelox, poiché si parlò anche di questa procedura nelle intercettazioni dell'inchiesta madre. Abuso di ufficio, l'ipotesi di reato contestata, come anche turbativa d'asta. Serviranno a capire, queste contestazioni, se abbia seguito o meno una procedura regolare l'iter intrapreso all'epoca da Palazzo Carafa.
Un iter che non ha alla fine raggiunto l'obiettivo di mettere in funzione sulla Tangenziale Est le postazioni per rilevare la velocità e fungere così da deterrente a chi tiene il piede destro pigiato sull'acceleratore. Tra ricorsi alla giustizia amministrativa e, in ultimo, il sequestro di ieri dell'intero fascicolo della gara.
Tre le imprese che aderirono al bando di gara pubblicato alla fine del 2015: la Sodi Scientifica di Calenzano (in provincia di Firenze); la Safety21 di Roma; e la Project automation di Roma. La seconda impresa non venne ammessa alla gara nel corso della prima seduta della commissione di valutazione, poiché si presentò in associazione verticale con un'altra impresa: una più grande, l'altra più piccola, formula non consentita dal bando.
Nella disputa fra le altre due imprese ebbe la meglio la Sodi Scientifica con un ribasso del 25,01 per cento, contro il 5,10 per cento della Project automation. Tuttavia la seconda classificata ricorse alla giustizia amministrativa, ottenendo infine dal Consiglio di Stato l'assegnazione della gara con l'esclusione della Sodi.
Una procedura, dunque vagliata dalla giustizia amministrativa.

Ora se ne sta occupando la Procura.

© RIPRODUZIONE RISERVATA