Franco Colleoni ucciso nel cortile di casa a Bergamo: il ristoratore aggredito con colpi in testa. Era stato segretario della Lega

Ristoratore ucciso nel cortile di casa, killer in fuga
Ristoratore ucciso nel cortile di casa, killer in fuga
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Sabato 2 Gennaio 2021, 14:59 - Ultimo aggiornamento: 3 Gennaio, 10:50

Franco Colleoni ucciso a Dalmine. Un ristoratore è stato ucciso questo pomeriggio a Dalmine (Bergamo), in via Sertorio, nella sua proprietà. Gli assassini lo hanno aggredito colpendolo alla testa, e l'uomo è morto sul colpo. Il corpo è quello di Franco Colleoni, 68 anni, come riporta l'Eco di Bergamo, ed è stato trovato senza vita con evidenti ferite alla testa all’interno della sua abitazione nei pressi del ristorante «Al Carroccio» che gestiva insieme alla famiglia. Era stato anche segretario provinciale a Bergamo della Lega.

Il cranio era sfondato, motivo per cui i carabinieri della compagnia di Treviglio ipotizzano che Colleoni sia stato ucciso da qualcuno, per motivi che restano al momento sconosciuti. 

 

Il delitto è avvenuto nel cortile di un'abitazione alla periferia della cittadina bergamasca, che ospita anche il ristorante di proprietà della vittima.

Indagano i millitari dell'Arma di Treviglio. Vani i soccorsi del 118.

 Attorno alle 11,30 uno dei figli lo ha trovato rincasando e ha avvisato sua madre e suo fratello, che vivono nella stessa grande abitazione formata da più appartamenti e dove, al pianterreno, si trova anche il ristorante 'Il Carrocciò che Colleoni gestiva da oltre vent'anni, di recente affiancato da uno dei figli. I carabinieri di Treviglio indagano a 360 gradi: il fatto che l'abitazione di Colleoni sia stata trovata a soqquadro fa propendere per l'ipotesi di un furto degenerato, perché il padrone di casa potrebbe aver sorpreso i ladri. In realtà però l'efferatezza dell' aggressione lascia aperta ogni ipotesi: ecco perché gli inquirenti - coordinati dal sostituto procuratore di Bergamo Fabrizio Gaverini - stanno scavando anche nel recente passato della vittima, a partire dai conoscenti e fino all'attività lavorativa.

I vicini di casa non hanno viso nessuno, nonostante l'aggressione sia avvenuta in pieno giorno: la recinzione frontale della casa (una vecchia cascina bergamasca ristrutturata) e del ristorante è un muro alto oltre due metri. Da dove sono passati, dunque, gli aggressori (sempre che fossero più di uno)? Probabilmente dal retro, dove il terreno della proprietà di Franco Colleoni presenta una depressione geologica verso il corso del fiume Brembo. Tutta l'area è recintata, ma da dietro non è impossibile che qualcuno abbia scavalcato la rete di protezione. I carabinieri di Bergamo hanno sentito nel corso della giornata decine di persone tra familiari, conoscenti, colleghi e vicini di casa.

Al vaglio ci sono anche le numerose telecamere comunali della zona. I carabinieri di Treviglio hanno anche repertato alcuni oggetti contundenti che sono stati trovati vicino al corpo di Colleoni: uno potrebbe essere l'arma del delitto, anche se la conferma si avrà dall'autopsia, che sarà eseguita tra lunedì e martedì all'ospedale Papa Giovanni XXIII, dove il corpo del ristoratore è stato trasferito al termine dei rilievi. Colleoni era molto noto nella Bergamasca: leghista della prima ora, aveva lasciato il partito nel 2004, dopo aver ricoperto anche l'incarico di segretario provinciale.

Nel 2013 aveva poi dichiarato pubblicamente di aver votato il Movimento 5 Stelle, senza tuttavia poi impegnarsi più politicamente. Gli ideali erano rimasti quelli della Lega: in casa e nel ristorante sono affissi manifesti e slogan dei primi anni del Carroccio. A fine anni Novanta era stato anche impegnato nella Provincia di Bergamo: dal 1995 al 1999 aveva infatti ricoperto l'incarico di assessore provinciale nella Giunta guidata dall'allora presidente Giovanni Cappelluzzo. Negli stessi anni, a Dalmine, era anche in Consiglio comunale con Antonio Bramani, padre dell'attuale sindaco Francesco, che oggi ha raggiunto via Sertorio, dove si trova la casa teatro del delitto. «Conoscevo Franco da almeno 25 anni - ha detto il primo cittadino -. Spiace moltissimo, soprattutto di fronte a una morte così violenta.

A prescindere dalla sua posizione politica, era sempre interessante parlare con lui perché aveva una visione intelligente delle cose, dava spunti mai banali». «Ricordo con stima e affetto Franco Colleoni - ha sottolineato il leader della Lega Matteo Salvini -: con lui ho condiviso anni di battaglie, di sconfitte e di vittorie. Ricordo i pranzi e le cene nel suo ristorante di Dalmine. Una preghiera per lui, condoglianze ai suoi cari». La caccia ai suoi assassini è aperta.

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