Ancora una giornata di incontri fra i leader di partito alla ricerca di un’intesa sul nome del nuovo presidente della Repubblica. Dal vertice di centrodestra è uscita una terna di nomi: l’ex sindaco di Milano Letizia Moratti, l’ex presidente del Senato Marcello Pera, l’ex magistrato Carlo Nordio, noto soprattutto per le sue inchieste sulle coop rosse. Il centrosinistra però li ha boccia tutti e tre: «Non riteniamo che su quei nomi possa svilupparsi quella larga condivisione necessaria in questo momento» è la nota congiunta di Pd, Leu e M5S.
Schede bianche, fumata ancora nera. Da Baglioni ad Al Bano, la vergogna dei nomi votati per gioco
In questa fase le “rose di nomi” valgono quello che valgono: l’impressione è che si tratti ancora di mosse per prendere tempo mentre si è alla ricerca spasmodica di un accordo su un nome vero.
Tutti i leader a parole hanno fretta e intenzione di chiudere la partita fra domani e venerdì. «Chiudiamoci in una stanza e buttiamo la chiave» esorta Letta. L’incontro decisivo potrebbe svolgersi stasera anche se nel Pd si sospetta che Salvini sia tentato di forzare la mano sul nome della Casellati nella quarta votazione. Se sul nome della presidente del Senato dovessero convergere anche i voti di una parte dei 5 stelle, però, non solo la coalizione di centrosinistra, ma anche l’alleanza di governo finirebbe in pezzi. Certo, se proprio l’intesa dovesse evaporare c’è sempre il nome di Mario Draghi che rimane sullo sfondo. Conte e Salvini hanno alzato un muro contro l’ipotesi di un suo passaggio al Colle. Ma c’è chi prevede che alla fine l’unica strada rimarrà quella. Come Umberto Bossi, convinto che alla fine la spunterà Draghi con Giorgetti premier.