Ordine degli avvocati di Taranto: vigilia di elezioni con suspence

Una precedente votazione per il rinnovo dell'ordine di Taranto
Una precedente votazione per il rinnovo dell'ordine di Taranto
di Nazareno DINOI
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Mercoledì 25 Gennaio 2023, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 07:46

 Iniziano con turbolenza e colpi di scena i lavori per l’elezione del nuovo Consiglio dell’Ordine degli avvocati della provincia di Taranto con apertura delle urne prevista per oggi, sino a sabato prossimo. 

La commissione elettorale

Le prime scintille ieri mattina quando la commissione elettorale presieduta dal presidente uscente Antonvito Altamura. I commissari chiamati a vagliare la regolarità ed accettare la candidatura dei 57 avvocati che aspirano a far parte del nuovo Consiglio del quadriennio 2023–2026, hanno decretato a maggioranza l’incandidabilità di quattro iscritti: gli avvocati Vincenzo Di Maggio, Sebastiano Comegna, Rosario Pompeo Orlando e Paola Antonia Donvito, tutti già eletti consiglieri nel quadriennio 2015-2018. 
Proprio questa precedente esperienza alla base della loro estromissione durata, per la verità, solo poche ore. Nel primo pomeriggio, infatti, da Roma è arrivato il via libera che riammetteva tutti con riserva. Ma andiamo per gradi. Ad apertura di seduta, l’avvocato Fabrizio Nastri aveva sollevato il problema della incandidabilità dei quattro colleghi appellandosi al regolamento che impedisce l’elezione e quindi la candidatura di iscritti se «non è trascorso un numero di anni uguale a quello in cui si è svolto il precedente mandato».

Nel caso in questione, i quattro legali hanno ricoperto tale carica sino a maggio del 2019 e non gennaio.

Uno slittamento eccezionale dovuto ad un altro caso di presunta incandidabilità dell’allora presidente eletto, avvocato Fedele Moretti, prima riammesso dal Consiglio nazionale forense e poi definitivamente defenestrato dalla Corte di Cassazione. A ricorrere ai giudici supremi, allora, era stato l’avvocato Nastri, lo stesso che ieri ha sollevato la questione di incandidabilità dei quattro avvocati. Alla stessa posizione di Nastri si sono poi accodati i pareri degli avvocati Giuseppe De Sario, Alfonso Favatà e il presidente uscente Altamura. Quattro anche i pareri contrari, gli avvocati Carmela Liuzzi, Marcello Moramarco, Roberto Santarcangelo e Piero Relleva. Il voto prevalente del presidente Altamura ha portato la maggioranza dei voti sulla incandidabilità. 

Il colpo di scena da Roma

A verbale chiuso, tutto pronto per il voto del giorno dopo, arriva da Roma il colpo di scena. L’avvocato Comegna presenta ricorso contro l’esclusione e viene riammesso con riserva dal Consiglio nazionale forense (Onf). Naturalmente lo stesso parere espresso dell’organo di governo nazionale vale anche per gli altri tre ritenuti incandidabili che sarebbero quindi riammessi al voto. Il decreto giunto a stretto giro da Roma a Taranto, firmato dalla presidente dell’Onf Maria Masi, accoglie la richiesta del ricorrente che sulla decisione della commissione elettorale invoca un contraddittorio con un giudice terzo che ne stabilisca la regolarità o meno. 
La decisione della presidente Masi è salomonica ma permette ai quattro esclusi di riprendersi il gioco. «Attesa la richiamata imminenza delle operazioni di voto e la circostanza che il tempo necessario per l’instaurazione del contraddittorio pregiudicherebbe in modo irreparabile la situazione soggettiva rappresentata», si accoglie il ricorso e dispone l’immediata ammissione della candidatura fissando per il 27 gennaio a Roma la comparizione delle parti per l’udienza che confermerà o revocherà il provvedimento cautelare emesso. In quest’ultimo caso, sarà tutto da rifare e tra le toghe ioniche c’è già aria di ricorsi.  

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