Intossicato un anziano di Oria: è allarme funghi

Intossicato un anziano di Oria: è allarme funghi
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Domenica 25 Ottobre 2015, 20:58 - Ultimo aggiornamento: 26 Ottobre, 09:27
Cresce l’allarme funghi nel Brindisino, dopo l’ennesimo caso di intossicazione. Era il 12 ottobre scorso quando una comitiva di cinque amici, due brindisini e tre francavillesi, consumò una cena a base di funghi, nella casa di campagna di uno del gruppo, a Ceglie Messapica.



Tre chili di “omphalotus olearius” o “fungo dell’ulivo”, raccolti da loro stessi sotto una quercia e che poi si sarebbero rivelati velenosi. Nell’arco di mezz'ora, si erano manifestati i primi malesseri: dolori addominali, nausea e vomito. Da qui la corsa in ospedale e la diagnosi: intossicazione da funghi velenosi. Il 22 ottobre, invece, è stata la volta di due sorelle di 12 e 16 anni di Cellino San Marco, tuttora ricoverate nel reparto di Nefrologia dell’ospedale “Perrino” di Brindisi dopo aver consumato un “farinaccio” (in gergo scientifico “Amanita ovoidea"” raccolto dal padre. Nel corso della notte, le due ragazze iniziarono ad accusare disturbi gastrointestinali e dopo circa 12 ore dall’ingestione dei funghi, furono condotte in Pronto soccorso, a Brindisi.



In entrambi i casi, fu necessario l’intervento del personale del Centro di Controllo Micologico dell’Asl di Brindisi che, dietro stretto contatto con i Centri Antiveleno di Milano e di Pavia, indicarono il protocollo da seguire e, quindi, la terapia.



La notte scorsa è toccato ad un anziano signore di 92 anni, di Oria. L’uomo, stando a quanto raccontato dai figli e dal nipote che lo hanno trasportato nell’ospedale “Camberlingo” di Francavilla Fontana, a pranzo aveva consumato due piatti di funghi, raccolti dagli stessi congiunti. “Lactarius al lattice bianco” (questo il nome scientifico del fungo, conosciuti con il più popolare “amarieddi”) che ha causato i suoi effetti solo in serata: profusa sudorazione, tremore e forti dolori di stomaco. Grazie al coinvolgimento ed all’intervento del dottor Gianpaolo Amatori, micologo del Centro di Controllo micologico dell’Asl di Brindisi, è stato contattato il Centro Antiveleni di Milano.



Purtroppo, però, in questa occasione i parenti dell’uomo non avevano potuto portare con se il fungo ingerito, ma solo delle foto. Per cui non è stato molto semplice stabilire con esattezza la diagnosi, tanto più perché – anche sentendo il Centro Antiveleni - i sintomi del 92enne non combaciavano con gli effetti determinati da quella specie di fungo. Ad ogni modo, si è proceduto con il protocollo ritenuto più efficace: lavanda gastrica e reidratazione. L’anziano, che peraltro è insulino-dipendente ed iperteso, è ancora ricoverato, sotto osservazione, ma le sue condizioni non destano particolare preoccupazione. Lasciano invece in ansia le condizioni della più grande delle sorelle di Cellino San Marco, la 16enne, il cui rene appare sensibilmente ingrossato a tal punto che rischia una dialisi permanente.



L’avvelenamento da funghi sta diventando una problematica sempre più seria, tanto da aver spinto l’Asl a convocare una conferenza stampa per domani, martedì, alle ore 11, nella sala riunioni del Dipartimento di Prevenzione dell’ex ospedale “Di Summa” per esporre le nuove problematiche emergenti in campo micologico. E, soprattutto, per fare comprendere alla cittadinanza i rischi a cui si va incontro mangiando funghi dalla dubbia specie e provenienza.

P.Spi.