Volevano il controllo egemonico su Vieste, in provincia di Foggia, e il monopolio nel commercio della droga. Ora dovranno scontare dagli otto ai vent'anni di reclusione nel carcere di Foggia i sette indagati, vicini al clan di Girolamo Perna, rienuti responsabili di tre omicidi e tre tentati omicidi compiuti a Vieste, nel 2018. Le accuse sono di associazione a delinquere finalizzata alla detenzione di sostanza stupefacente, detenzione illegale di armi e munizionamento, con l'aggravante del metodo mafioso. Sono finiti in carcere il 58enne Stefan Cealicu, il 47enne Claudio Iannoli, il 39enne Raffaele Giorgio Prencipe, il 37enne Giovanni Iannoli, il 45enne Gaetano Renegaldo, il 53enne Carmine Romano ed il 37enne Giuseppe Stramacchia.
Le indagini
Le indagini culminarono nell'operazione "Agosto di Fuoco", che portò all'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare a carico dei sette vicini al clan.
La guerra tra clan
Secondo gli investigatori, i fatti criminosi furono compiuti dai sette arrestati per agevolare il clan Perna nella violenta guerra di mafia contro il clan con a capo Marco Raduano, evaso il 24 febbraio scorso dal carcere di Nuoro e non ancora rintracciato.