Omicidio della tabaccaia, confessa l'uomo arrestato: «Ma non volevo ucciderla». Era già stato espulso per altri reati

Omicidio della tabaccaia, confessa l'uomo arrestato: «Ma non volevo ucciderla». Era già stato espulso per altri reati
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Domenica 3 Settembre 2023, 10:33 - Ultimo aggiornamento: 4 Settembre, 14:17

Si chiama Moslli Redouane, 43 anni compiuti proprio oggi il cittadino marocchino arresto per omicidio e rapina aggravata ai danni della 72enne Francesca Marasco uccisa lunedì 28 agosto nella sua tabaccheria in via Marchese de Rosa a Foggia. A quanto si apprende, ha precedenti specifici per rapina. Stando ad indiscrezioni, l'uomo non era da molto tempo a Foggia. È solito, stando a quanto si apprende, girovagare per varie città d'Italia. Ulteriori accertamenti sono volti a ricostruire l'esatta dinamica di quanto accaduto la mattina del 28 agosto

L'uomo era destinatario di un decreto di espulsione dal territorio italiano disposto in seguito ad una serie di reati che avrebbe commesso.

Il provvedimento, però, non gli era mai stato notificato in quanto l'uomo era irreperibile a causa del suo continuo peregrinare tra varie città italiane. Da indiscrezioni, sembra che a Foggia fosse giunto da poco tempo.

La confessione

Ha confessato, affermando però di non avere avuto intenzione di uccidere, Redouane Moslli, il cittadino marocchino di 43 anni fermato oggi per l'omicidio della tabaccaia di Foggia, Francesca Marasco, uccisa a coltellate a Foggia il 28 agosto scorso nel suo negozio durante un tentativo di rapina. Secondo quanto riferito dal legale dell'uomo, l'avvocato Nicola Totaro, Redouane Moslli era a Foggia dall'11 luglio scorso, era impiegato come bracciante agricolo nelle campagne di Torremaggiore e viveva in un dormitorio in città. Conosceva la tabaccheria di via Marchese de Rosa perché vi si era recato già in altre occasioni. Secondo quanto riferito dal legale, l'uomo ha confessato che la mattina del 28 agosto, in difficoltà economiche, «armato di coltello è entrato nella tabaccheria, puntando il coltello alla gola della vittima, ferendola una prima volta perché la donna si sarebbe mossa». Poi avrebbe tentato di portar via soldi, 75 euro, presi dalla cassa, ma la donna avrebbe cercato di bloccarlo e l'uomo l'avrebbe ferita al torace con il coltello dalla lama appuntita. Poi la fuga durante la quale avrebbe tentato di disfarsi del cellulare della vittima. Sempre secondo quanto dichiarato, l'uomo sarebbe stato intercettato da un italiano mentre tentava di disfarsi del telefono e glielo avrebbe consegnato. Poi, dopo essersi disfatto degli abiti indossati durante il delitto, sarebbe rimasto a Foggia per alcuni giorni fino a quando, ricostruisce il legale, resosi conto della gravità del fatto, ha tentato la fuga a Napoli dove è stato rintracciato. «Sin dal momento del fermo in Napoli, il signor Moslli Redouane si è messo a disposizione dell'autorità giudiziaria - precisa l'avvocato - avendo capito di aver sbagliato; stamane ha reso dichiarazioni durante l'interrogatorio, ha fornito tutti gli elementi al Pubblico Ministero, entrando nei particolari; ha prestato il consenso agli accertamenti ed al prelievo del proprio dna». Secondo il legale «si è trattato di una rapina finita in malo modo, poiché non ha saputo gestire la situazione e non aveva alcuna volontà di uccidere la vittima». Nei prossimi giorni si terrà l'udienza di convalida e saranno riscontrate le dichiarazioni fornite con il completamento delle indagini preliminari.

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