L’Agenzia delle Entrate ricorda Francesco Marcone: il funzionario si oppose alla mafia del Foggiano

L’Agenzia delle Entrate ricorda Francesco Marcone: il funzionario si oppose alla mafia del Foggiano
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Mercoledì 30 Marzo 2022, 16:13 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 17:03

Si terrà domani alle 16, presso la stele commemorativa davanti alla Direzione provinciale dell’Agenzia delle Entrate di Foggia, una cerimonia in ricordo di Francesco Marcone, il direttore dell’Ufficio del registro del capoluogo pugliese ucciso il 31 marzo 1995 per aver denunciato un giro di illeciti amministrativi.

Ventisette anni dopo, rappresentanti delle istituzioni, colleghi e cittadini, alla presenza dei figli Daniela e Paolo Marcone, onoreranno il coraggioso esempio di un funzionario dello Stato che pagò con la vita il suo gesto a difesa della legalità. Alla cerimonia sarà presente il direttore dell’Agenzia, Ernesto Maria Ruffini.

Un ricordo da tenere vivo

“Quando si hanno responsabilità nei confronti della collettività, come accade a chi presta servizio in Agenzia delle entrate - afferma il direttore Ruffini nel presentare l'iniziativa - occorre avere il coraggio di non voltare la testa e fingere di non vedere.

Proprio come ha fatto Francesco Marcone col suo rigore morale. Ecco perché ricordare la sua figura, di cui dobbiamo essere orgogliosi, è così importante”.

Alla cerimonia interverranno, tra gli altri, il commissario straordinario del Comune di Foggia, Sebastiano Giangrande, il direttore regionale dell’Agenzia delle Entrate della Puglia, Michele Andriola, il direttore provinciale delle Entrate di Foggia, Michele Gammarota, il Prefetto di Foggia, Carmine Esposito, e il Procuratore della Repubblica di Foggia, Ludovico Vaccaro. Nel corso della commemorazione, dinanzi la stele in memoria di Marcone, che si trova nel piazzale antistante gli uffici dell’Agenzia, verrà deposta una corona d’alloro da parte dell’Amministrazione Comunale.

Chi era Francesco Marcone

Direttore dell’Ufficio del registro di Foggia, Francesco Marcone fu assassinato il 31 marzo 1995 per aver inviato un esposto alla Procura della Repubblica in cui denunciava truffe sistematiche messe in atto da ignoti falsi mediatori che garantivano, dietro pagamento, il rapido disbrigo di pratiche d’ufficio. Circa una settimana dopo questa coraggiosa denuncia, venne colpito a morte nell’androne della sua casa al rientro dall’ufficio. Aveva 57 anni, una moglie e due figli. Nel 2005, per l’alto rigore morale e lo spirito di servizio cui ha sacrificato la sua stessa vita, è stato insignito della Medaglia D’Oro al merito civile.

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