Emergenza criminalità, a migliaia in corteo con Libera: «Spegniamo la miccia della paura»

Emergenza criminalità, a migliaia in corteo con Libera: «Spegniamo la miccia della paura»
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Venerdì 10 Gennaio 2020, 10:25 - Ultimo aggiornamento: 20:42
«Siamo qui per disinnescare la miccia della paura e della rassegnazione. Siamo qui per fare emergere i tanti valori della nostra terra affinché ci sia un passaggio, un cambiamento. E' importante che ci sia continuità. Noi non possiamo lasciare la responsabilità solo sulle spalle della magistratura e delle forze di polizia, perché c'è una responsabilità di noi cittadini. Guai se non fosse così, guai se viene meno questo». Lo ha detto il fondatore di Libera, don Luigi Ciotti, alla testa del corteo contro la mafia che si è svolta oggi a Foggia.



Alla manifestazione partecipano, secondo le forze dell'ordine, circa ottomila persone. Oltre 390 le associazioni coinvolte. «Sono 165 anni che parliamo di mafia - ha concluso don Ciotti - aveva ragione Falcone quando diceva che era una lotta di civiltà e legalità».

In corteo anche tanti sindaci, il ministro per l'Agricoltura Teresa Bellanova e il governatore pugliese Michele Emiliano, uniti nel dare un segnale forte dopo l'escalation di violenza (omicidi e bombe) registrata negli ultimi giorni nel capoluogo dauno.

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«Oggi siamo a Foggia con tutti i sindaci della Puglia e cittadini pugliesi che stanno dando solidarietà e sostegno alla città di Foggia minacciata e intimidita dalla mafia. Tutti al fianco dei cittadini di Foggia, di #donLuigiCiotti, di Libera Puglia, di Avviso Pubblico». Lo scrive su Facebook il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. «La rete nazionale degli Enti locali antimafia senza bandiere di partito per far sentire a tutti i testimoni che  stanno denunciando questi criminali - aggiunge - alle Forze dell'Ordine ed alla Magistratura la nostra vicinanza e il nostro sostegno. Tutta la Puglia è Foggia e così sarà per sempre». «La Puglia - conclude - non torna indietro e non si farà fermare da questi criminali».

«Questo è il posto dove devono stare i rappresentanti delle istituzioni perché noi dobbiamo dare forza ai cittadini e insieme a loro gridare ad alta voce che lo Stato è più forte e la criminalità sarà sconfitta con la partecipazione degli uomini e delle donne che vogliono vivere in serenità con le loro famiglia e vogliono vivere in uno Stato libero dalla mafia». Così la ministra dell'Agricoltura, Teresa Bellanova.

Molte altre le forze politiche presenti, a cominciare da Forza Italia: «Come rappresentanti istituzionali, come esponenti di un partito che fa della libertà un punto distintivo, non possiamo non essere in prima linea contro ogni forma di aggressione allo Stato e ai cittadini. Bisogna far sentire forte la voce della legalità», hanno scritto in una nota l commissario regionale forzista, l'onorevole Mauro D'Attis, il vice commissario, il senatore Dario Damiani, e il coordinatore provinciale di Foggia, Raffaele Di Mauro.

Per Ernesto Abaterusso, segretario regionale di Articolo Uno, «è un appuntamento importante, dopo le tristi vicende che hanno coinvolto la città pugliese nei primi giorni del 2020, per dire No all'avanzare della mafia e della criminalità organizzata nei territori pugliesi. Una vera e propria battaglia di legalità che non può e non deve avere distinzioni di colori e di bandire. Siamo certi che la Puglia, con la sua lunga storia di democrazia, saprà rispondere con forza all'appello di Libera e con forza dirà No alla criminalità. Perché su un tema così importante, che riguarda il futuro del nostro territorio, dei nostri cittadini e delle nostre imprese, nessuno può tirarsi indietro».

Non solo politica. Presente anche Legambiente: «Ciascuno può essere esempio di onestà e giustizia ed è un dovere indignarsi e denunciare crimini e prevaricazioni», dichiara Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia. «Il susseguirsi di ritorsioni a Foggia mostra ancora una volta la gravità del fenomeno mafioso, fortemente radicato e connesso a un disagio sociale profondo. Troppe volte innocenti si sono trovati nel posto sbagliato nel momento sbagliato e hanno pagato ciò con la vita. Combattere la mafia vuol dire impegnarsi nel quotidiano per una società legale e più giusta, dove libertà è sinonimo di partecipazione. Ciò chiama in causa l'intervento non solo delle autorità competenti, ma anche dei cittadini che devono mobilitarsi in tal senso».
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