L'Agenzia delle Entrate cambia la classe di un immobile da abitazione a villino basandosi su un estratto di Google Maps dal quale si presume la presenza di un giardino. E la Corte di giustizia tributaria di Lecce la condanna al pagamento delle spese e annulla il provvedimento.
La sentenza
È una sentenza che potrebbe porsi come precedente per altre vicende simili quella pubblicata nei giorni scorsi dall'organo di giustizia tributaria. Al centro della vicenda c'è un'abitazione di periferia situata a Casarano, sulla strada provinciale per Ugento. La Direzione provinciale di Lecce dell'Agenzia delle Entrate aveva inviato al proprietario un avviso di accertamento per comunicare l'aumento della categoria catastale dell'immobile da A3 ad A7, incrementando così la rendita unitaria del fabbricato e, quindi, il parametro sul quale vengono calcolate le imposte sugli immobili. L'Agenzia aveva attuato una procedura di classamento catastale, procedimento grazie al quale si attribuisce ad un immobile una classe catastale, il parametro che fa variare la rendita unitaria dell'immobile all'interno di una categoria catastale. Dalla classe A3 (nella quale rientrano le unità immobiliari appartenenti a fabbricati che abbiano caratteristiche di economia sia per i materiali impiegati, sia per le rifiniture, con impianti tecnologici e servizi limitati) l'abitazione era passata d'ufficio nella classe A7 (di cui fanno parte i fabbricati, anche divisi in più unità immobiliari, aventi caratteristiche strutturali particolarmente aggraziate e aspetti tecnologici e di finitura di tipo medio o alto, con cortili e giardini). Insomma, da una semplice abitazione a un vero e proprio villino. Il tutto per un terreno che l'Agenzia aveva (erroneamente, per i giudici) considerato come giardino dell'abitazione.
Il ricorso
Il proprietario ha presentato ricorso, assistito dall'avvocato Cosimo Rovito.
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