Il libro di Enrico Mauro su don Tonino Bello

Il libro di Enrico Mauro su don Tonino Bello
di Leda CESARI
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 18 Ottobre 2023, 05:00

Cos’hanno in comune due libri, uno contro molti “ismi” imperanti nella nostra società accelerata ed efficientista e un “quasi-diario che è quasi un non-diario”, per usare la stessa definizione del suo estensore? Semplice: una grande sensibilità a fare pendant con altrettanta capacità di osservazione critica, incapace di arrestarsi davanti alle apparenze o alle difficoltà di ricostruzione di un pensiero già sufficientemente trattato. Quello di un sacerdote nativo di Alessano e poi divenuto vescovo di Molfetta, appunto: “Contro la società del sorpasso. Il pensiero antimeritocratico di Don Tonino Bello” (San Paolo Edizioni, prefazione di Salvatore Cingari), titolo di uno dei due volumi che Enrico Mauro, giurista di Tricase che insegna Diritto amministrativo presso il corso di laurea in Servizio sociale presso l’Università del Salento, presenterà stasera alle 18.30 presso la Biblioteca Bernardini di piazza Carducci a Lecce, in dialogo con l’antropologo e docente Eugenio Imbriani. In Italia (e non solo) la parola “meritocrazia” sembrerebbe carica di significati positivi: eppure, argomenta Enrico Mauro nel libro in questione, è termine che sottende appunto una serie di “ismi” che raccontano senza ipocrisia alcuna la mostruosità di una società tutta basata sulla competizione, sulla gara, sul sorpasso: se non produci, insomma, non vali niente. Filosofia cinica, egotica e spietata declinata appunto nelle sue diverse sfumature dell’efficientismo, del produttivismo, dell’arrivismo, del rampantismo e via discorrendo. Categorie negative spesso bacchettate da don Tonino, personaggio già molto indagato nella sua (prossima) santità, ma forse non su questo punto che costituisce invece il focus del lavoro di Enrico Mauro, che non ha mai conosciuto direttamente ma sempre “sfiorato” il prelato salentino, con coincidenze a volte significative, sia geografiche che di sofferenza: la necessità di abolire per sempre la società della gara a tutto vantaggio della società della cura, e di restituire alla persona un valore indipendente dai suoi coefficienti produttivi e realizzativi. 

L'autore


Inoltre, nota giustamente l’autore, non bisogna mai sottovalutare, nella vita, il ruolo della buona sorte: che senza scomodare congiunture astrali particolari o divinità ipovedenti - se non ci si crede - può anche vestire i panni del Caso, capriccioso almeno quanto la Fortuna: «È giusto impegnarsi fino a dare il meglio di sé, ma senza dimenticare tutto ciò che è fuori dalle nostre capacità di controllo, ossia luogo, tempo e famiglia di nascita, genetica, scuola, società, cultura, natura. Quante “carreggiate mai divenute carriere”, conclude Mauro, “a causa della nascita in un Paese povero o in una famiglia “sbagliata”, di una malattia congenita o meno, di un banale incidente domestico, lavorativo o sportivo, di una catastrofe naturale, di un tradimento? Chi saprebbe contarle? Regole, non eccezioni, queste carriere incolpevolmente mancate”. “Non considerare le cose del mondo in termini di vittoria o di sconfitta: è inutile!, scriveva infatti in tempi non sospetti anche don Tonino. “Trascorriamo la vita vanamente protesi a conseguire vantaggi sugli altri e a raccontarci i nostri successi o le nostre sconfitte”». Vanità, solo vanità: “La gioia più grande, la vera gioia, consiste nel servire Dio e l’uomo”. Un principio che Enrico Mauro, pur dichiaratamente lontano da certe dimensioni, sembra condividere appieno tra le righe dei suoi “Pensieri” (Guida Editore) - titolo del secondo libro in presentazione stasera alla Biblioteca Bernardini - raccolta di riflessioni “scritte saltuariamente e senza date in un decennio”: la pandemia, il terremoto, gli sbarchi, ancora don Tonino ma pure don Lorenzo Milani, «la farsa della competizione come mezzo pedagogico, la critica insomma della società meritocratica, in cui la felicità è diritto solo del più forte e non esiste il diritto di non competere, di essere deboli, di non avere successo». 
E dove, come tratteggia Mauro, “Sapienza, saggezza, scienza sono lumi di candela. Un filo di vento ed è di nuovo barbarie”. Tragicamente profetico, col senno di oggi. Il libro “Contro la società del sorpasso” costituirà occasione di riflessione anche a fine mese a Tricase, dove dal 28 al 30 ottobre si celebrerà il quarantunesimo anniversario dell’ordinazione episcopale di don Tonino Bello con “Tra memoria e profezia”, appuntamento organizzato dalla Diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca, Azione Cattolica Italiana, Fondazione don Tonino Bello, Comuni di Tricase e Alessano. 
Accadrà domenica 29 alle 18.30, nella chiesa madre di Tricase, con la presentazione del libro “26 anni con il grembiule” di Giancarlo Piccinni, presidente della Fondazione Don Tonino di Alessano, e poi del volume scritto da Enrico Mauro; con gli autori dialogheranno monsignor Vito Angiuli e i giornalisti della Gazzetta del Mezzogiorno Leo Lestingi e Alberto Nutricati.

La manifestazione si aprirà però sabato 28 ottobre in piazza Pisanelli, alle 14.30, con il “Cammino di don Tonino”, cui prenderanno parte gli istituti scolastici di Tricase e Alessano, luoghi di partenza e arrivo del Cammino, completo davanti alla tomba di don Tonino; interventi di don Totò Mileti (compagno di scuola del presule) e dei ragazzi delle scuole partecipanti, musiche del coro “Ala di riserva” di Alessano. La tre giorni in onore di don Tonino si chiuderà lunedì 30 ottobre nella chiesa madre di Tricase (alle 17.30) con la celebrazione eucaristica presieduta da monsignor Giuseppe Satriano, Arcivescovo di Bari-Bitonto e presidente della Conferenza Episcopale Pugliese.

© RIPRODUZIONE RISERVATA