Due amiche, l'horror, il Maestro e il poeta

Due amiche, l'horror, il Maestro e il poeta
di Luca BANDIRALI Stefano CRISTANTE
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Lunedì 29 Gennaio 2024, 05:45 - Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 19:47

Infinite sfumature del trascendente nei due meta-fumetti che presentiamo questa settimana, la conferma di grandi talenti dell’arte grafica al di là e al di qua dell’oceano.
Jeff Lemire (storia), Andrea Sorrentino (disegni), Dave Stewart (colori), “Diecimila piume nere”, Bao Publishing
Trish è una giovane scrittrice di horror, dopo essere stata una bambina che ha conosciuto diverse adozioni. Il cambio di genitori l’ha fatta sentire sbagliata e in colpa, fino a che ha conosciuto un’altra ragazzina, Jackie, figlia di una madre single, appassionata di fantascienza come Trish. Jackie diventa la sua migliore amica, e la sua complice in un gioco di ruolo che diventa sempre più complesso. È Trish a scrivere la trama del gioco, ma è Jackie a immaginare le soluzioni più fantasiose: di fronte alla mappa che dovrà portare al cospetto dell’Oscuro Signore, Jackie immagina che il suo corpo sia fatto di uno stormo di corvi neri. Un giorno, nel primo anno del salto dalle medie al liceo – temuto da Trish perché potrebbe portare a un’alterazione del sodalizio tra le due amiche – Jackie propone di lasciar perdere il loro gioco e di andare a una festa. Da quel momento Trish vive nell’angoscia di perdere l’amica. Così avviene: una notte, dopo un litigio tra le due in un locale, Jackie resta a bere con un tipo più grande di lei, mentre Trish se ne va in lacrime. Dopo quella notte, Jackie non sarà più ritrovata. Passano dieci anni, e Trish non si è ancora liberata di questa storia. Perché lei sa che Jackie è ancora viva. Diverse voci le parlano e la ossessionano, fino a che non decide di tornare a Hamilton, dove si sono conosciute, e dove hanno creato il gioco. È lì che dovrà rientrare, se vorrà ritrovarla: nel gioco dell’Oscuro Signore fatto di corvi neri. 
Jeff Lemire (classe 1976) è un talento canadese del fumetto attivo nella triplice “Marvel, DC, Image” e celebrato nel 2017 negli Stati Uniti con L’Eisner Comic Industry Award e a Lucca nel 2018 con il Gran Guinigi come Miglior Sceneggiatore. Il suo romanzo grafico viaggia nella mente del lettore con i tre registri creati dai dialoghi (asciutti e credibili, mai sopra le righe), dalle invocazioni d’aiuto di Jackie rivolte a Trish e dalle provocazioni del Re Corvo e del suo oscuro gioco. Andrea Sorrentino (1982) riesce nel mezzo miracolo di immergere l’angoscioso presente di Trish in immagini fotografiche dark e metropolitane, e il passato giocoso delle due ragazzine in sequenze riscaldate dalle cromature pastello di Dave Stewart, collaboratore decisivo per il successo grafico di questa storia.
Fulvio Risuleo (storia), Antonio Pronostico (disegni), “L’eletto”, Coconino Press
Tutto comincia a una “notte bianca della poesia”, dove un poeta che scrive versi a mano viene molto lodato per la calligrafia. Questo gradimento lo conduce all’assunzione presso un’azienda che ha sede in un grattacielo di un quartiere metafisico e metropolitano. Le mansioni del poeta non sono particolarmente chiare neanche a lui stesso, ma ogni giorno l’uomo si reca in ufficio e scrive in bella calligrafia ciò che gli chiedono di scrivere. La struttura dell’azienda è piramidale, al vertice c’è un uomo chiamato il Maestro, una figura carismatica molto amata dai media; a un certo punto il Maestro riconosce nel poeta un possibile successore, e lo designa come Eletto: non tanto una carica, quanto uno status reputazionale che lo rende ammirato e invidiato. Durante tutto il percorso di ascesa sociale, il poeta mantiene un impacciato distacco rispetto alle vicende che gli capitano; questa presa di distanza lo aiuterà ad accettare seraficamente gli inevitabili bassi che seguono gli alti.
Con i libri precedenti, “Sniff” e “Tango”, la coppia Risuleo-Pronostico aveva dato prova di aspirare al formato del racconto filosofico, ossia di un graphic novel astratto, in grado di esprimere concetti; con “L’eletto” questo processo può dirsi compiuto, e si può aggiungere che non esistono in Italia proposte analoghe. Se il racconto di Risuleo, come si sarà capito dalla sinossi, ha evidenti derivazioni kafkiane e sciasciane, il nucleo filosofico de “L’eletto” è costituito da una critica del logocentrismo, l’eredità di quella metafisica che ha rimosso la scrittura, il segno, la traccia per inseguire un ideale di purezza. Sulla scorta della “Grammatologia” di Jacques Derrida, Pronostico convoca la metafisica architettonica dell’EUR e la decostruisce attraverso il montaggio analitico, l’assenza di sfondo, l’eliminazione dei contorni, per dimostrarci che la storia eterna della metafisica può essere non semplicemente raccontata, ma appunto pensata.
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