Eva, bollicine e delitti. Lupus l'intergalattico

Le novità: Jordi Lafebre, “Io sono il loro silenzio”, Bao Publishing e Frederik Peeters, “Lupus”, Coconino Press - Fandango

Eva, bollicine e delitti. Lupus l'intergalattico
di Luca BANDIRALI
4 Minuti di Lettura
Lunedì 13 Novembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 06:36

È sempre un buon momento per leggere graphic novel di alto livello, ormai una consuetudine per lettori e lettrici nelle nostre librerie e fumetterie; questa settimana vi proponiamo due autori che alimentano la fama del grande romanzo grafico europeo, lo spagnolo Jordi Lafebre e lo svizzero Frederik Peeters, con le loro ultime eccellenti produzioni.


Jordi Lafebre, “Io sono il loro silenzio”, Bao Publishing

È una valutazione psichiatrica quella che sta subendo Eva Rojas, 34 anni, a sua volta psichiatra, in uno studio a due passi dalla Sagrada Familia. Vuol dire che negli ultimi tempi il suo carattere eccentrico ha avuto ulteriori evoluzioni, tanto da preoccupare alcuni pazienti. Ma il dottor Lull, incaricato della valutazione, non si trova davanti una persona imbarazzata dalle circostanze, ma una scatenata giovane donna dalla mente brillante e dall’affilato senso dell’umorismo. Lo psichiatra sospetta un disturbo bipolare, ma in realtà c’è dell’altro, perché Eva convive quotidianamente con la visione della nonna e di due zie defunte che la consigliano e la indirizzano. Queste visioni non le impediscono una scattante vitalità: la storia procede con il flashback della settimana precedente la seduta psichiatria, quando Eva si trova coinvolta in una storia nera e profumata di bollicine di Cava. La famiglia Monturós, grande produttrice dello spumante catalano, è convocata al gran completo per la lettura del testamento della matriarca. Ma appena i tanti familiari saranno riuniti, Francesc Monturós, il designato al comando della megazienda, viene trovato morto. Il giallo è frenetico, pieno di dettagli convergenti su affari loschi e maschi di famiglia di rara avidità e ingordigia, cui fanno da contraltare Eva – sempre più disinvolta, disinibita e coraggiosa – e lo stile inaspettato di alcuni caratteri, tra cui spicca la flemmatica vice ispettrice Alemany, che Eva chiama Merkel.
La storia ha un ritmo formidabile grazie al connubio perfetto tra movimentazione delle vignette e dialoghi, intensificati dalla capacità di Jordi Lafebre di riprodurre in modo straordinario le gestualità dei personaggi, e regalando lievità ai disegni grazie all’uso dei tratti tondeggianti nelle forme dei volti, alternate all’elegante snellezza di alcuni corpi, tra cui quello cinetico di Eva.

Un giallo da gustare con una bottiglia di Cava ghiacciato a portata di mano. 


Frederik Peeters, “Lupus”, Coconino Press - Fandango


Due amici di vecchia data decidono di partire per un anno, senza nessuna meta, solo per il desiderio di andarsene in giro. Lupus ha terminato gli studi, Tony ha finito il servizio militare, non c’è ragione di buttarsi subito nella mischia. Questa storia, con altri nomi e altri personaggi, l’abbiamo sentita molte volte. “Oltre le strade sfavillanti c’era il buio, e oltre il buio il West. Dovevo andare”. Così recita il celeberrimo “Sulla strada” di Kerouac. Sostituite il West con il cosmo. Aggiungete l’andare a zonzo dei motociclisti di “Easy rider” e lo sballo permanente di “Paura e disgusto a Las Vegas” di Hunter J.Thompson, quando Raoul Duke confessa che “il baule della macchina pareva un laboratorio mobile della narcotici”, ma ovviamente sostituite la macchina con una piccola astronave-container. Il risultato potrebbe essere “Guida galattica per gli autostoppisti”, certo, ma se al classico di Douglas Adams togliete l’umorismo e decidete di prendere tutto sul serio come se il viaggio spaziale fosse un capitolo inedito di “Moby Dick” scritto da Melville insieme a Hugo Pratt con qualche intervento paesaggistico di Moebius, ecco che otterrete “Lupus” di Frederik Peeters, un bildungsroman psichedelico e sentimentale, fiammeggiante e profondo. Nonostante il peso di tutta l’enciclopedia mondiale della letteratura di viaggio, “Lupus” è un’opera compatta, coesa, capace di mantenere diritta la barra del fumetto autoriale indipendente. Il segno di Peeters è scarno, essenziale, in bianco e nero, ma anche capace di dare corpo a mondi immaginifici, in controtendenza rispetto al fumetto fantascientifico iperdettagliato e colorato con le tinte più inusitate. Ciò che interessa di più all’autore è il cuore umano e le sue palpitazioni per l’amicizia, per l’amore, per la scoperta del mondo. Proprio nella dimensione vasta dell’avventura cosmica, Peeters sa costruire sequenze iconiche e memorabili: la caccia al pesce-mostro sulla costa dei Picchi è un momento alla Hemingway che vale da solo il prezzo del volume.
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