Fermare il mondo con una sola foto: torna il World Press

Lo scatto vincitore del World Press 2019
Lo scatto vincitore del World Press 2019
di Ilaria MARINACI
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Sabato 18 Maggio 2019, 08:35 - Ultimo aggiornamento: 09:11
Parlare di una foto che ha commosso il mondo suona spesso retorico, eppure è appropriato per lo scatto che ha vinto il World Press Photo of The Year 2019. Protagonista è Yanela Sanchez, una bambina honduregna di circa due anni che piange disperata dopo che sua madre, Sandra, che la teneva in braccio, è stata costretta a lasciarla sola per subire la perquisizione degli agenti di frontiera americani al confine con il Messico. C'è tutto il dramma dell'immigrazione verso gli Stati Uniti che il presidente Donald Trump vorrebbe fermare innalzando un muro in questa fotografia di John Moore dell'agenzia Getty Image.

D'altra parte, le grida di dolore dei bambini separati dalle famiglie e le gabbie in cui venivano rinchiusi, a dispetto di qualsiasi diritto umano, hanno indignato l'opinione pubblica mondiale per settimane lo scorso anno. Crying Girl on the Border: questo il titolo della foto, che insieme alle altre 139 selezionate su un totale di 78.801 in concorso, opera di 4.738 fotografi provenienti da 129 paesi diversi, sarà in mostra al Teatro Margherita di Bari fino al 23 giugno. Il capoluogo pugliese, infatti, è una della prime 10 città al mondo che ospitano ogni anno il tour itinerante del World Press Photo. Un'abitudine che si ripete a Bari da cinque anni. Ieri, ospite della serata di inaugurazione è stato il direttore generale della Fondazione WPP di Amsterdam, Lars Boering.

«Poiché la necessità di immagini e storie di cui ci possiamo fidare spiega non è mai stata così grande, la World Press Photo Foundation è orgogliosa di condividere il lavoro dei vincitori di quest'anno nella nostra esposizione del 2019. Con oltre 70 premiati, i fotografi italiani sono il secondo gruppo più ampio di vincitori del concorso nell'ultimo decennio e, con 11 località espositive quest'anno, l'Italia è una parte molto importante della nostra missione di connettere il mondo alle storie che contano». La novità di questa edizione è stata l'introduzione del premio World Press Photo Story of the Year assegnato al fotografo «la cui creatività visiva e abilità hanno prodotto storie fotografiche con eccellenti editing, circa un grande evento o una questione di rilevanza giornalistica del 2018».

Ad aggiudicarsi la vittoria è stato l'olandese Pieter Ten Hoopen con il progetto The Migrant Caravan, un foto-racconto, realizzato tra ottobre e novembre, dedicato all'immigrazione e alla più grande carovana di migranti partita dall'Honduras (e che ha raccolto persone da Nicaragua, El Salvador e Guatemala) e diretta negli Stati Uniti con oltre 7000 persone, tra cui almeno 2.300 bambini, secondo le Nazioni Unite. Un altro riconoscimento, quindi, che va a toccare lo stesso dramma al centro della foto di Moore a ulteriore riprova di quanta impressione abbia destato. Nell'esposizione al Teatro Margherita, organizzata dall'agenzia Cime di Vito Cramarossa, i visitatori quest'anno potranno ammirare oltre ai 140 scatti della mostra anche le opere dei vincitori della sezione Digital Storytelling, per la prima volta portate anche a Bari.

Grazie al monitor per i video interactive e a due sale dedicate ai video (short e long), si potrà assistere ai video racconti realizzati da giornalisti visivi, produttori o narratori digitali con l'uso della tecnologia digitale e fruibili con smartphone o tablet. Una sfida, quella dei nuovi media, che non spaventa il direttore della Fondazione che la ritiene, invece, un'opportunità. «La tecnologia sconvolge sottolinea Boering ma apre anche nuove possibilità. Può essere utilizzata per cambiare un'immagine ma aiuta anche a trovare quelle false. Sempre più persone sono in grado di utilizzare la tecnologia per esprimersi. Questo è un grande miglioramento per tutti noi. Ma rende anche l'etica e la fiducia elementi importanti da tenere a mente». Anche il World Press Photo è in prima linea nella battaglia contro le fake news.

«I nostri contenuti sono accuratamente controllati conclude il direttore olandese e questo crea fiducia in noi. Le notizie false non sono nuove. Esistono da quando sono nate le notizie. È nostra responsabilità assicurarci di combattere per avere notizie affidabili». Cinque, infine, i lavori degli italiani in mostra a Bari: la foto di Marco Gualazzini, dell'agenzia Contrasto, nel reportage La crisi del lago Ciad, primo premio per la sezione Ambiente, mentre Lorenzo Tugnoli, sempre di Contrasto, ha vinto nella sezione Notizie Generali con il reportage La crisi in Yemen, in cui ha fotografato i campi dei rifugiati, gli ospedali e la linea del fronte.

Nella stessa sezione, è arrivato secondo Daniele Volpe, fotografo indipendente, con lo scatto singolo Still Life Volcano. Ospiti della sezione Digital Storytelling Matteo Delbò, filmaker, e Chiara Avesani, giornalista free lance, autori del video Ghadeer, risultato vincitore del terzo premio nella categoria Short, prima storia del progetto Frontline of peace, una serie di documentari web sugli sforzi di ricostruzione in Iraq.
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