A Torre Santa Susanna (in provincia di Brindisi) un uomo è finito in carcere con l'accusa di avere incendiato il 20 agosto scorso la casa della ex moglie. L'inchiesta condotta dal pubblico ministero della Procura di Brindisi, Mauron Gallone, e dai carabinieri di Torre e della compagnia di Francavilla Fontana, lo accusano di avere cercato di costringere la ex a desistere dal divorzio. L'indagato risponde di atti persecutori (meglio conosciuti come stalking) ma anche della violazione della misura del divieto di avvicinamento emessa nel 2019 a seguito della denuncia presentata dalla donna per le minacce che avrebbe ricevuto in quegli anni: «Stai attenta, prima o dopo ti farò fare una brutta fine, ti ammazzerò». Inoltre l'ordinanza di custodia cautelare della giudice per le indagini preliminari, Barbara Nestore, lo accusa di violazione di domicilio ed anche di furto poichè il giorno dell'incendio dalla casa sparirono 300 euro in contanti. Circa 55mila euro, intanto, il danno quantificato. Peraltro le carte dell'inchiesta dicono che l'indagato sarebbe ricorso spesso alle minacce di dare fuoco all'appartamento: «Darò fuoco all'abitazione in cui vivi».
L'interrogatorio
Nella mattinata di ieri, l'interrogatorio di garanzia a carico dell'indagato, difeso di fiducia dall'avvocato Giuseppe Miccoli del Foro di Brindisi.
L'incendio
I fatti contestati risalgono alla tarda mattinata (poco prima delle 13) di domenica 20 agosto, quando una coltre di fumo nero e denso era stata notata uscire da una porta-finestra al secondo e ultimo piano del fabbricato, che sorge in pieno centro abitato. In quel momento la casa era disabitata, non vi era alcuno. L'infisso da cui usciva il fumo corrisponde a una camera da letto, andata carbonizzata nonostante l'intervento dei vigili del fuoco del distaccamento di Francavilla Fontana che, coadiuvati dai colleghi giunti con un'autobotte dal comando provinciale di Brindisi, erano riusciti a estinguere il rogo e a rimettere in sicurezza il tutto.
Telecamere e confessione
Del caso si sono occupati anche i militari dell'Arma della locale stazione e poi anche i loro colleghi francavillesi. Inizialmente non era chiara la natura dell'incendio, ma col trascorrere dei giorni tutto ha cominciato a farsi - sempre secondo le ipotesi investigative - più nitido. La pista del dolo ha preso il sopravvento su quella accidentale grazie anche all'acquisizione dei filmati delle telecamere di sorveglianza presenti nella zona: l'esame delle immagini ha consentito di notare un individuo che citofona a quella casa - forse per sincerarsi che non ci fosse nessuno - e poi vi accede. Quella persona, sempre secondo i carabinieri la cui tesi è stata successivamente sposata dalla Procura, sarebbe stata proprio l'ex congiunto della proprietaria. Anche perchè l'indagato dopo essersi reso inizialmente irreperibile, si presentò in caserma accompagnato dal legale di fiducia.
I precedenti del 2019
Tra i due ex coniugi non correva ormai da tempo buon sangue, tanto che nei mesi scorsi era andata in porto la loro separazione. Inoltre, quattro anni fa, la donna si era rivolta alle forze dell'ordine per raccontare loro di presunti atti persecutori proprio ad opera dell'ex marito. Quest'ultimo non si sarebbe rassegnato alla fine della relazione e fu raggiunto, non a caso, da un divieto di avvicinamento alla persona offesa. Il 20, però, quest'ultimo episodio sospetto sul quale sarà necessario fare chiarezza nelle aule di giustizia.
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