Tav: prosciolto da tutte le accuse l'ex dirigente del ministero Incalza

Tav: prosciolto da tutte le accuse l'ex dirigente del ministero Incalza
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Venerdì 11 Marzo 2016, 18:32 - Ultimo aggiornamento: 20:54
FIRENZE - Prosciolto da tutte le accuse il già dirigente del ministero delle Infrastrutture, Ercole Incalza, di Francavilla Fontana. A giudizio l'ex presidente di Italferr (già presidente della Regione Umbria), Maria Rita Lorenzetti, per l'inchiesta sui lavori alla Tav a Firenze, appalto lievitato da 500 a 800 milioni di euro per la costruzione del tunnel sotto la città e di una stazione sotterranea. Il giudice dell'udienza preliminare Alessandro Moneti ha ridotto da 33 a 20 il numero degli imputati 'persone fisiche', e da otto a sei le società: alla sbarra, tra queste, Nodavia e Coopsette, ma non Italferr. Il gup ha anche rivisto diverse accuse, 'asciugando' dal capo d'imputazione episodi di corruzione e frode. Tuttavia resta una parte importante - l'associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e all'abuso d'ufficio, per eludere vincoli e normative ambientali - dell'inchiesta che mise sotto la lente gli iter autorizzativi al progetto per i lavori Tav in città; lo smaltimento dei fanghi di scavo (fatti passare per normali terre e rocce riciclabili in agricoltura e smaltiti in siti normali); il macchinario-talpa 'Monna Lisa', cioè la fresa per lo scavo del tunnel, montata ma mai entrata in funzione perché non in efficienza; i costi dell'opera aumentati per rilievi contrattuali pretestuosi; i fittizi adempimenti contrattuali. Incalza, insieme a un altro manager delle Infrastrutture, Giuseppe Mele, esce da tutto il processo: nella sentenza di non luogo a procedere - che riguarda altri indagati - per il gup nessun episodio addebitato dagli inquirenti avrebbe visto i due agire illecitamente. Invece, Maria Rita Lorenzetti - che nel 2013, insieme ad altri cinque indagati, fu anche arrestata ai domiciliari, poi tornata in libertà dal riesame - non 'si salva' dall'imputazione di associazione a delinquere per corruzione e abuso d'ufficio. Accusa ipotizzata dal gup per aver operato «a vantaggio della controparte Nodavia e Coopsette mettendo a disposizione dell'associazione» a delinquere «conoscenze personali, propri contatti politici e una vasta rete di contatti» così da condizionare, in ragione dei suoi freschi trascorsi politici, le burocrazie pubbliche quando era il momento di attivare permessi, bypassando, per esempio, vincoli paesaggistici. Secondo le indagini del Ros si sarebbe avvalsa - in cambio di favori - del membro della commissione Via del ministero dell'Ambiente, Gualtiero 'Walter' Bellomo, che su questo punto verrà processato con lei insieme al rup di Italferr Valerio Lombardi, al legale rappresentante di Nodavia Furio Saraceno, a dirigenti di Coopsette, Maurizio Brioni e Marco Bonistalli. Lorenzetti, pur rinviata a giudizio, esce comunque da altri episodi di corruzione ipotizzati da procura e Ros dei carabinieri, a vario titolo, per eludere normative paesaggistiche e iter 'obbligati' come la convocazione di conferenze dei servizi. Così come dagli stessi episodi sono prosciolti anche i manager pubblici Incalza e Mele. Invece, saranno processati i membri dell'Authority per la vigilanza sugli appalti pubblici Piero Calandra, Alessandro Coletta e Lorenza Ponzone, che a vario titolo si sarebbero attivati sollevando questioni contrattuali per arrivare a un accordo bonario che avrebbe gonfiato i lavori da 500 a 800 milioni.(
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