Servizi sociali: Brindisi e San Vito in conflitto per il nuovo consorzio

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Martedì 3 Maggio 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 18:46

Giorni e giorni di braccio di ferro. Per i ruoli all’interno del consiglio di amministrazione e per il contributo a carico dei due Comuni. Brindisi e San Vito dei Normanni sono da tempo ormai in conflitto per la creazione del nuovo consorzio per i servizi sociali.

La presidenza

Da un lato, la sindaca di San Vito Silvana Errico, la quale ritenendo che l’Ambito in questi anni non abbia tutelato il suo Comune, è convinta di potere essere ella stessa, in qualità di presidente del consorzio, «un elemento di garanzia per l’esperienza accumulata». 

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Le spese

Dopo di che, c’è la questione dei costi sostenuti dall’Ambito per la gestione dei servizi sociali. All’incirca 2 milioni di euro, dei quali secondo il sindaco di Brindisi Riccardo Rossi circa 1,6 milioni sarebbero a carico del capoluogo mentre i restanti 400mila circa dovrebbero essere versati da San Vito. Che, tuttavia, in passato avrebbe pagato, annualmente, poco più di un quarto del dovuto. Ricostruzione contestata proprio ieri, in occasione della visita dell’assessore regionale al Welfare Rosa Barone a Brindisi, dalla sindaca di San Vito. Dopo avere chiarito che quella relativa alla presidenza «non è una questione di poltrone» e che «quando rivendico qualcosa lo faccio per ridare dignità a San Vito», ha chiarito: «Non è vero che il Comune non paga. Anzi, è stato sempre ossequioso. Ha versato il 50 per cento con la liquidità ed il 50 per cento con il personale».

Ma rispetto a quanto dovrà accadere con il consorzio la sindaca Rossi a «fare bene i conti». Il Comune di San Vito, sostiene infatti, ottiene servizi in quantità inferiore rispetto a quelli pagati.

Il dibattito politico

Le frizioni tra i due Comuni hanno prodotto diverse prese di posizione, a partire da quella del coordinatore provinciale di Idea per Brindisi Claudio Niccoli. «Il Comune di Brindisi, comune capoluogo, rappresenta - ricorda - 80% dell’ambito mentre il Comune di San Vito dei Normanni solo il 20% scarso. La razionalità porterebbe su tutti i servizi il contributo del Comune di San Vito dei Normanni pari al 20% dell’intero importo di spesa, ma di fatto questo non accade. Mentre le richieste di visibilità, pare, che siano quelle di un socio di maggioranza, il sindaco Rossi al quale esprimiamo tutta la nostra solidarietà, è in un cul de sac, se non trova un accordo economico e di visibilità, non potrà far partire il nefasto consorzio, già deliberato dal consiglio comunale. L’alternativa sarà quella di non attivarlo, ma per fare ciò dovrà tornare in consiglio comunale e revocare la delibera di costituzione. Si torni all’Ambito e si metta in mora il Comune di San Vito dei Normanni, con la richiesta risarcitoria per ristabilire le giuste quote di rappresentanza». Per il Pd di Brindisi, «non è tollerabile che chi non ha alcuna intenzione di far fronte alle proprie responsabilità da amministratore, così come emerso nelle riunioni del coordinamento in cui è stato censurato l’atteggiamento ostativo nei confronti dei lavoratori dei servizi sociali dell’ambito, possa esprimere giudizi contro i servizi che contrariamente a quanto detto dalla sindaca di San Vito dei Normanni sono tra i migliori della Regione Puglia». La Lega, dal canto suo, con il consigliere Ercole Saponaro, chiede il recupero delle somme non versate, negli anni, dal Comune di San Vito mentre il Movimento 5 Stelle, riconfermando tutti i dubbi che lo hanno spinto a non votare per la costituzione del consorzio, a partire dalla «mancanza di unità d’intenti» che rischia di trasformare «tale consorzio in un carrozzone con costi maggiori e servizi – a quanto parrebbe – addirittura minori». Per i consiglieri Tiziana Motolese e Gianluca Serra, «è inaccettabile» che a cinque mesi dal via libera alla costituzione del consorzio «si sia ancora all’anno zero, non essendo possibile sapere quale sarà la stazione appaltante e le sorti di fondamentali servizi».

La mediazione

Prova a gettare acqua sul fuoco ed a mediare l’assessore regionale al Welfare Rosa Barone. L’esponente di giunta è stata ieri mattina a Brindisi per presentare il quinto Piano regionale delle politiche sociali. «Ho parlato solo con il sindaco di Brindisi - esordisce, chiarendo di essere al corrente di quanto sta accadendo in questi giorni - e mi riservo di incontrare e confrontarmi con il sindaco di San Vito. È chiaro che le difficoltà sono in tutti gli Ambiti perché, logicamente, avendo a che fare con popolazioni diverse come numero, come quantità e come richieste di servizi, spesso e volentieri nello stesso Ambito ci si può trovare in contrapposizione, o non sulla stesa linea. Quindi la questione va valutata e affrontata nel merito». Dopo quelli con Riccardo Rossi, dunque, ci saranno contatti anche con la sindaca di San Vito Silvana Errico. A quel punto, verosimilmente, l’assessore regionale Barone proverà a far ragionare le parti in causa. Quel che è certo, però, è che il capoluogo non potrà mai fare ambito a sé per aggirare i problemi dovuti alla necessità di gestire i servizi sociali insieme ad un altro ente locale con necessità e numeri completamente differenti. «Gli ambiti - ricorda infatti l’esponente del Movimento 5 Stelle - sono definiti sulla base dei distretti sanitari. Tra l’altro, conta molto anche il quantitativo degli abitanti. Ma, lo ripeto, non è certamente il primo Ambito a dover affrontare certe difficoltà. Io vengo da una provincia, quella di Foggia, dove una città come Lucera è in ambito con sedici paesi molto più piccoli che collaborano e cofinanziano in maniera molto minore. A seconda delle situazioni e del contesto, le cose non sono mai fluide. Bisogna dunque affrontare ogni tipo di problema e cercare di risolverlo».

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