«Ha ricevuto assistenza». Così il direttore del pronto soccorso dell’ospedale Perrino, Vincenzo Marcone, che ricostruisce la vicenda e assicura che la donna ha ricevuto tutta l’assistenza sanitaria necessaria. «La paziente, giunta in Pronto soccorso è stata registrata alle 13.20 del 13 agosto per cardiopalmo. È stata presa immediatamente in carico e sistemata nella sala barellati, dove è presente il medico dei codici verdi dell’ambulatorio 3 che accoglie e valuta periodicamente sia i pazienti che sono in attesa, sia quelli già presi in gestione dal medico - dice il direttore Marcone - Alle 19 le è stato offerto un pasto, non consumato, e acqua secondo necessità, ed è stata accompagnata in bagno con la sedia a rotelle da una Oss: nessuno tra il personale in servizio ha riferito della possibilità di rimanere in piedi se si fosse allontanata. La cartella, invece, è stata aperta dal medico dell’ambulatorio 2 all’1.20: ha richiesto gli esami del caso e ha ripetuto l’elettrocardiogramma dopo il primo già effettuato e visionato in ambulanza che ha evidenziato una tachicardia benigna che non richiedeva trattamento. Il nuovo ecg ha mostrato una tachicardia sinusale. Nella valutazione dei sintomi, la paziente ha riferito di una situazione di stress e di non riposare adeguatamente da diverse notti. Le dimissioni sono arrivate, dopo un periodo di osservazione, alle 5.49 del 14 agosto con la raccomandazione dei sanitari di effettuare ulteriori esami di approfondimento».
La donna, quindi, viene dimessa il mattino dopo con un documento che attesta tutte le indicazioni relative alla sua permanenza nel pronto soccorso che in questi giorni a causa dell’iperafflusso di utenti è spesso in affanno. Va da sé in ogni caso che spesso le persone che si rivolgono al nosocomio brindisino sono persone che potrebbero risolvere tranquillamente i loro problemi, ovviamente di lieve entità, anche semplicemente rivolgendosi al medico di famiglia evitando così di intasare il pronto soccorso e lunghe attese. «Tengo a precisare - sottolinea, infatti, il direttore Marcone - che il pronto soccorso è un sistema d’urgenza: vi accedono solo i pazienti acuti; gli altri devono ricorrere alle strutture territoriali: il caso sarebbe dovuto essere gestito dal medico di base o di continuità assistenziale, figure assolutamente in grado di trattare situazioni simili».