Terminal nell'ex Montecatini e allargamento del canale Pigonati: verifica su fattibilità e utilità dei due progetti per il porto di Brindisi

Il canale Pigonati ed il capannone ex Montecatini
Il canale Pigonati ed il capannone ex Montecatini
di Francesco RIBEZZO PICCININ
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Giovedì 23 Febbraio 2023, 05:00

Vasca di colmata, nuovo terminal crociere e canale Pigonati. Hanno discusso dei principali interventi per lo sviluppo del porto di Brindisi, oltre che di una richiesta portata avanti da molti anni ormai da Teo Titi e non solo, il presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale Ugo Patroni Griffi ed una rappresentanza dell’associazione “Ops - Operatori portuali salentini”, presieduta proprio dall’agente marittimo Titi. Obiettivo: chiarire una volta per tutte, dal punto di vista tecnico, la fattibilità e l’utilità di due ipotesi progettuali delle quali si discute ormai da anni, ovvero il terminal crociere all’interno del capannone ex Montecatini e l’allargamento del canale Pigonati. «Anche una leggenda metropolitana - scherza, ma non troppo, il presidente dell'Autorità di sistema - deve avere il suo epilogo».

L'architrave di tutte le opere strategiche per il porto

Tutto parte dal progetto della vasca di colmata, “architrave” di tutta una serie di interventi considerati strategici per lo scalo brindisino, in particolare dragaggi e realizzazione delle nuove banchine di Sant’Apollinare. «La cassa di colmata - sottolinea Patroni Griffi - regge tutto, sta alle fondamenta di una serie di interventi fondamentali. Non è certo una cosa che ci siamo inventati. Nel momento in cui firmiamo il contratto d’appalto per la cassa di colmata, momento che potrebbe non essere troppo lontano, possiamo cominciare a ragionare della gara per gli accosti di Sant’Apollinare. E quando firmiamo la gara per Sant’Apollinare, possiamo iniziare a ragionare sulla realizzazione della stazione marittima». Proprio per l’incontro con gli Operatori portuali salentini, il presidente dell’Authority ha fatto arrivare a Brindisi «un architetto, lo stesso che ci ha aiutati a Bari. Un esperto in stazioni marittime. Perché per opere come queste bisogna partire dalla funzionalità.

L’estetica è secondaria. Serve prima di tutto un terminal che funzioni, perché deve sostenere lo sviluppo della crocieristica. Lui è venuto ed ha incontrato gli operatori, che gli hanno posto una serie di questioni».

Le verifiche sull'utilizzo del capannone ex Montecatini come terminal

Tra le valutazioni, aggiunge il presidente, «anche quella sulla possibilità o meno che il capannone ex Montecatini possa essere tutto o in parte utilizzato come terminal. Lo abbiamo portato lì. Lui produrrà un giudizio tecnico ma intanto sono emerse diverse eccezioni, tra le quali il fatto che il capannone sia poco idoneo sotto il profilo della sicurezza, che è un tema che va affrontato. Poi, la stazione deve essere vicina agli accosti. E deve essere localizzata in un luogo che sia idoneo per qualche decennio».

L'allargamento del canale Pigonati e le possibili conseguenze

E qui si innesta il problema del canale Pigonati. «Un argomento - commenta il presidente dell’Autorità di sistema - che aleggia da quando mi sono insediato. Se è vero che si può tagliare, è chiaro che non deve essere coinvolta la stazione. Sarebbe assurdo. Per questo abbiamo posto anche questo problema. Per capire innanzitutto, da un punto di vista tecnico, se il taglio del canale abbia una qualche utilità e di quanti metri deve essere allargato per averla, o con quale angolazione. E soprattutto con quale costo, verificando se un progetto di questo tipo sopporterebbe l’analisi Swot (strumento di pianificazione strategica usato per valutare i punti di forza, le debolezze, le opportunità e le minacce di una determinata iniziativa, ndr) prevista dalle linee guida europee per le opere pubbliche. Su questo fronte cerchiamo di avere un confronto con il Consiglio superiore dei lavori pubblici prima di spendere soldi per progetti inutili. Facciamo un incontro con degli esperti, per mettere ordine nel disordine delle narrazioni brindisine. E dopo di che tracciamo una linea per stabilire cosa si può o non si può fare e cosa ha senso fare o meno». Proprio la questione del canale Pigonati è già stata sottoposta da Patroni Griffi ai tecnici incaricati della redazione del Piano regolatore portuale, «che si sono espressi negativamente. Ma siccome - aggiunge - il nostro Stato è dotato di un organo tecnico superiore, che si è anche dichiarato disponibile al confronto, interpelliamolo e parliamone direttamente con loro. Dopo di che, tiriamo una linea. Anche una leggenda metropolitana, infatti, deve avere il suo epilogo. Dunque se è vero, bene, altrimenti no lo facciamo».

Due situazioni da chiarire con il supporto di argomentazioni techiche

Il presidente, dal canto suo, chiarisce di non avere preclusioni di sorta. «Oggi - conclude - paradossalmente, con qusta opere che regge tutti gli altri interventi, è arrivato il momento di parlare di quello che chiamo “l’all in di Brindisi”. Mettiamo tutto sul tavolo e ci giochiamo tutto sull’infrastrutturazione del porto. Mi sembra giusto farlo una volta per tutte e chiudere tutte le partite. E ho intenzione di farlo, avendo tra l’altro la fortuna di avere persone ed enti disponibili a collaborare».

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