Omicidio Maldarella, il giurato ha oltre 65 anni: chiesto l'annullamento della sentenza di ergastolo e delle due condanne a 22 anni

Contestato il superamento del limite di età per uno dei giudici popolari della sentenza di primo grado

Una scena dell'omicidio di Giuseppe Maldarella
Una scena dell'omicidio di Giuseppe Maldarella
di Erasmo Marinazzo
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Giovedì 20 Aprile 2023, 21:14 - Ultimo aggiornamento: 21 Aprile, 16:49

Un componente della Corte d’Assise del Tribunale di Brindisi avrebbe superato i 65 anni quando partecipò alla camera di consiglio del 13 dicembre 2021 che inflisse un ergastolo e due condanne a 22 anni di reclusione a figlio, madre e padre accusati dell’omicidio consumato ad Ostuni il 13 luglio del 2019. Per questo è stato chiesto ieri l’annullamento di quella sentenza ai giudici della Corte d’Assise d’Appello di Lecce (presidente Vincenzo Scardia, a latere Carlo Errico ed i giudici popolari).

L'istanza presentata in Aula 

L’istanza presentata dall’avvocato Ladislao Massari, che ha visto associarsi gli altri difensori Mario Guagliani e Francesca Conte, ha fatto sì che l’udienza non si concludesse con la decisione dei giudicanti sulle responsabilità contestate agli imputati Lorenzo Moro, Germano Moro e Cinzia D’Amico, di 23, 48 e 44 anni, di Ostuni.

Quanto piuttosto che venisse aggiornata a giovedì prossimo per stabilire se vi siano o meno i presupposti per applicare l’articolo della legge del 1951 sull’età (non meno di 30 e non più di 65 anni) dei componenti della giuria del processo di primo grado sull’omicidio del barista Giuseppe Maldarella, dopo avere sentito anche il parere dei legali dei familiari della vittima, gli avvocati Delia Quaranta e Giuliano Calabrese. 

La Procura generale: «Ergastolo per tutti»

Pende peraltro la richiesta del procuratore generale Antonio Maruccia di confermare la pena dell’ergastolo a Lorenzo Moro e di estenderla anche ai genitori, come aveva chiesto in primo grado il pubblico ministero della Procura di Brindisi, Livia Orlando.

I casi di Messina e Palermo

Ieri intanto l’avvocato Massari ha depositato della documentazione per documentare la sua istanza e cioè il superamento dell’età di uno dei giudici popolari al momento dell’emissione del dispositivo della sentenza. Ed inoltre il legale ha prodotto le sentenze delle Corti d’Appello di Messina e di Palermo che a gennaio 2023 e a novembre dell’anno scorso hanno annullato una condanna a 22 anni e un ergastolo per la medesima circostanza: un femminicidio ed un omicidio di mafia. 

Le motivazioni dell'Assise d'Appello di Messina

Per meglio comprendere la questione riportiamo un passaggio della sentenza dei giudici della Corte d’Assise d’Appello di Messina: «La parte civile sostiene che il requisito dell’età non inferiore ai 30 e non superiore ai 65 anni, richiesto anch’esso dall’articolo 9 della legge 10 aprile 1951 numero 287, riguardi solo l’accesso alle funzioni giurisdizionali dei giudici popolari perché nessuna norma stabilisce a che età questi ultimi debbano cessare dalla funzione, cosicché, una volta chiamato in servizio e a comporre la Corte per un processo, il giudice popolare dovrebbe proseguire nell’esercizio delle funzioni fino a che la decisione sia assunta e, dunque, anche oltre il compimento del 65esimo anno di età», precisa la sentenza. «Tale opinione non è condivisa da alcuna pronuncia, neanche con riferimento a questioni analoghe riguardanti altri requisiti di capacità. Anzi, in tutte le occasioni in cui ha avuto modo di affrontare la questione sia direttamente sia indirettamente la giurisprudenza di merito e di legittimità ha affermato l’opposto principio sul quale si fonda ora il primo motivo d’appello. Si afferma costantemente, infatti, che il requisito del non superamento del 65° anno di età, al pari degli altri requisiti di capacità, deve sussistere non soltanto al momento della formazione delle liste dei giudici popolari ma anche fino al momento in cui viene assunta la decisione. Ritiene questa Corte che tale interpretazione assolutamente dominante debba essere condivisa».
L’orientamento della Corte d’Assise di Appello di Lecce sarà noto con la decisione di giovedì prossimo. E si pronuncerà anche sul mantenimento in custodia cautelare degli imputati.

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