Maxi investimento Intel in Puglia, la Regione "esclude" Brindisi: «Ma avrebbe le aree idonee»

L'area industriale di Brindisi
L'area industriale di Brindisi
di Oronzo MARTUCCI
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Venerdì 29 Ottobre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 30 Ottobre, 20:15

La multinazionale statunitense Intel sta decidendo di insediare in Italia uno stabilimento per la produzione di microchip e le regioni in corsa per ospitare questo investimento, che a regime permetterà di occupare 1000 lavoratori, sono il Veneto e la Puglia dopo che il Piemonte è stato escluso a causa della mancanza di aree con i requisiti richiesti: una ampiezza di circa 300 ettari, con terreni sui quali non ci siano da effettuare operazioni di bonifica oppure di ristrutturazione di capannoni già esistenti. Nel suo recente viaggio negli Stati Uniti il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha parlato anche di questo investimento con il management della Intel.

Le aree idonee

Si tratta di una iniziativa sulla quale il governo italiano è direttamente impegnato, anche se gli interlocutori per la individuazione dei suoli sono le Regioni e i Comuni, stante la necessità della multinazionale di avere una percorso privilegiato e con tempi certi nella realizzazione dello stabilimento che oltre alla produzione dei microchip dovrà anche contenere un’area di circa 35 ettari circa per le attività di packaging, cioè di impacchettamento dei microchip. Il Piemonte sta cercando di rientrare in gioco proponendo un’area di 35 ettari almeno per il packaging. L’assessore regionale pugliese allo Sviluppo economico, Alessandro Delli Noci, ha confermato al Corriere del Mezzogiorno che la Regione Puglia sta seguendo da tempo questo potenziale investimento è ha anche aggiunto che tra le aree con i requisiti richiesti da Intel ne sono stata individuate 2: una in provincia di Bari, l’altra in provincia di Lecce.

Brindisi fuori dai giochi

È singolare però che la Regione non abbia individuato aree con le caratteristiche richieste dalla multinazionale statunitense nel territorio di Brindisi che pure ha ampi spazi da mettere a disposizione di investimenti capaci di produrre occupazione stabile. Il processo di decarbonizzazione e lo stop alla produzione della centrale Enel di Brindisi Nord al 2025 comporteranno la perdita di più di mille occupati tra dipendenti diretti e indiretti. È vero che sono in corso operazioni per insediare al largo di Brindisi impianti off shore per la produzione di energia eolica, ma si tratta di impianti con molti occupati nella fase di costruzione e pochi occupati stabili nella fase di gestione degli stessi. D’altro canto anche i potenziali investimenti previsti nelle aree Zes e nelle zone franche doganali individuate nell’area portuale sono tutti di là da venire, con tempi incerti. Né si può immaginare che possano arrivare occasioni di lavori da Contratti istituzionali di sviluppo che per Brindisi e Lecce sono rimasti sinora solo sulla carta, al contrario di Taranto dove il sequestro da parte della magistratura dell’area a caldo del siderurgico ha obbligato il governo nel 2015, quasi come contropartita, a sottoscrivere un Contratto istituzionale di sviluppo con investimenti in infrastrutture urbane e portuali per oltre 1 miliardo di euro.

Il caso in Regione

Intanto il presidente della Commissione Bilancio e Programmazione del Consiglio regionale, Fabiano Amati, ha chiesto di sapere per quale motivo la giunta regionale, come ammesso dall’assessore Delli Noci, abbia deciso di indicare per l’investimento di Intel aree della provincia di Bari e di quella di Lecce, vedendo in tali indicazioni decisioni collegate a interessi elettoralistici. «Non sono, com’è noto, un campanilista.

Però mi chiedo: come si fa a candidarsi per ospitare l’insediamento Intel, cosa buona, indicando aree non meglio specificate di Bari e Lecce, se nella realtà pugliese l’unica area di 300 ettari liberi da edificazione (quindi senza la necessità di bonifiche, richiesta esplicita della multinazionale) e con un aeroporto e un porto confinanti (elementi che certamente avvantaggerebbero la candidatura pugliese) si trova nell’Asi di Brindisi?».

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