«Mance da 50 euro al porto per evitare controlli sui tir»: tre finanzieri finiscono sotto inchiesta

Controlli della guardia di finanza nel porto di Brindisi
Controlli della guardia di finanza nel porto di Brindisi
di Erasmo MARINAZZO
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Giovedì 26 Ottobre 2023, 21:39 - Ultimo aggiornamento: 28 Ottobre, 11:36

Tre finanzieri in servizio ai varchi del porto di Brindisi sotto inchiesta per stabilire se è vero che abbiano ricevuto somme di denaro per chiudere un occhio nei controlli ai Tir in arrivo ed in partenza dall'Albania

Le indagini

Perquisizioni sono state effettuate nelle giornate di ieri e di lunedì dai loro colleghi del Nucleo di polizia economico finanziaria, su delega della Procura di Brindisi. Concussione l’ipotesi di reato in corso d’accertamento dalle indagini dirette dai pubblici ministeri Giuseppe De Nozza e Luca Miceli. Un’inchiesta che sembra avere tutti i presupposti per ampliarsi e avere la necessità di verificare la posizione anche di altri appartenenti alle Fiamme Gialle ed in servizio al comando provinciale di Brindisi. Al momento sono due di Lecce ed uno di Brindisi i finanzieri indicati nel decreto di perquisizione a firma dei due pubblici ministeri ed emesso per cercare eventuali riscontri alla notizia che durante i controlli si fosse instaurato un sistema inficiato da rapporti di corruzione fra gli utenti portuali di passaggio e gli addetti a verificare la regolarità della merce trasportata. 

I dettagli

Si parla di cifre fra i 30 ed i 50 euro che sarebbero state passate sottobanco per convincere - al momento è solo una ipotesi da appurare per capire se sia fondata o meno - quei finanzieri in servizio a non essere fiscali e pignoli nel verificare cosa si trasportasse e se la documentazione d’accompagnamento fosse regolare.
Procura e guardia di finanza vogliono vederci chiaro conoscendo a fondo quali siano stati i traffici illeciti scoperti negli anni durante i controlli dei transiti dal porto dei mezzi pesanti: da materiale contraffatto come scarpe, giocattoli ed abbigliamento, fino a droga ed armi, nonché al traffico di clandestini. Un aspetto, quest’ultimo, che ha visto un giro di vite da 20 giorni a questa parte con l’acuirsi della guerra in Medioriente e i nuovi attentati in Europa, per bloccare l’eventuale ingresso in Europa di terroristi filo jihadisti.

I sequestri

Controlli che non conoscono stagioni alla luce del flusso continuo di traffici di merci e di passeggeri lungo tutto l’anno solare. Si tratta ora di stabilire se quelle maglie siano state allentate dall’instaurarsi della consuetudine di fare trovare qualche banconota da dieci euro fra la prima documentazione presentata ai varchi del porto di Brindisi. Per questo sono stati sequestrati telefoni cellulari, tablet e computer portatili. Tutti i supporti informatici, insomma, utili alla ricerca di eventuali chat o messaggi in cui si sarebbe potuto disquisire delle modalità di effettuazione dei controlli dei Tir e delle ipotetiche tariffe imposte per allentare l’attenzione. Al momento, va detto, si tratta di un accertamento in corso ed evidente che alla luce della ipotesi di reato ricercata e della gravità dei fatti ipotizzati, se gli inquirenti avessero avuto indizi solidi e gravi avrebbero sottoposto gli indagati a misure cautelari personali.

Così non è, al momento. Vale ad ogni modo la presunzione di non colpevolezza fino al pronunciamento dell’ultimo grado di giudizio.

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