Errico rompe con il Pd:
«Fa gli stessi errori del 2012»

Michele Errico
Michele Errico
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Giovedì 10 Marzo 2016, 06:16 - Ultimo aggiornamento: 14:03
BRINDISI - Addio all’ipotesi di alleanza tra la coalizione “Per la rinascita di Brindisi” e il Partito Democratico. Ad annunciarlo, con un breve comunicato, è Michele Errico. Che comunque non fa un passo indietro ma anzi rilancia la sfida e si dice disponibile ad essere il candidato sindaco della coalizione di sinistra la quale, per ora, vede insieme Brindisi Bene Comune, associazione Act, Possibile, Sinistra Italiana, Rifondazione Comunista e Sì Democrazia. Il movimento, tuttavia, a questo punto dovrà decidere cosa fare visto che erano stati proprio loro a richiedere il dialogo con Pd e moderati. 
«Dopo aver svolto le dovute verifiche per l’allargamento della coalizione “Rinascita per Brindisi” al Partito Democratico ed al centro moderato, come voluto da Sì Democrazia, ho rilevato - annuncia infatti Errico - la mancanza di presupposti politici che possono permettere la realizzazione di quanto posto in condizione dalla detta formazione politica. Ringrazio quanti nel corso degli incontri avuti hanno mostrato interesse alla mediazione per un governo della città di larghe intese e di salute pubblica, capace di riportare la comunità brindisina alla normalità politica che merita, dopo gli affanni e le conflittualità che hanno minato la credibilità istituzionale».
Ma lungi dal voler nascondere i dettagli di quanto accaduto, il notaio raccontare senza remore tutti i passaggi delle consultazioni. «Quello che mi dà più fastidio - spiega - è la segretezza, con la quale poi qualcuno gioca. E invece questa è una cosa seria, si tratta di sviluppare un progetto per la città. D’altronde, cosa vuol dire quando un onorevole ti dice “Siamo con te” ma se chiedo di dirlo pubblicamente si rifiuta? Che hanno paura di qualcosa. Invece tutti devono avere il coraggio di dire le cose. Troppo facile aspettare di vedere chi vince per poi salire sul suo carro. Io ho avuto un mandato dalla mia coalizione, che esiste e non è morta e che si candiderà indipendentemente dagli altri».

Poi parte il vero racconto: «Sì Democrazia mi ha chiesto di aprire al Pd e al centro moderato. Anche perché senza il presidente della Regione puoi fare poco. E così ho parlato con tutti. Abbiamo fatto uno sforzo enorme, io e Fusco insieme a me, per non avere problemi: abbiamo parlato con il centro moderato, ovvero con Argese e Chiantera. Poi ci hanno detto che dovevamo parlare anche con Curto e lo abbiamo fatto. Ed erano tutti contenti di questo progetto. Emiliano mi aveva detto che col Pd avrebbe parlato lui. E alla fine delle verifiche, ci avevano tutti detto che il percorso era fattibile. Compresa la “Rinascita” e anche Rossi, che poneva solo la questione di non ricandidare gli uscenti. Insomma, era in atto un progetto che poteva davvero portare maggiore credibilità istituzionale e rinnovare le classi dirigenti. Mi hanno chiesto di coinvolgere anche Giovanni Brigante, che però ci ha risposto di no, perché secondo lui è con Nando Marino che si vince. Vedremo».
Una volta riferito ad Emiliano, arriva un altro messaggio: tenere dentro anche il coordinaotore regionale Ncd-Area Popolare Massimo Cassano. «E così - ironizza Errico - ricomincia la passione e morte mia e di Fusco. Ci viene risposto che Cassano verrà tra venerdì e sabato e allora si deciderà. A quel punto, abbiamo detto basta: è bene che le cose si mettano sul piatto della bilancia. La città deve sapere, altrimenti qualcuno può pensare che siamo pazzi, che ci mettiamo a fare le cose per conto nostro».
Ma Errico è duro anche con la scelta del Pd di seguire Marino. «O si vogliono - dice - Michele Errico e Roberto Fusco, persone indipendenti e di cultura adeguata alla bisogna, altrimenti si vuole uno che si mette là e gli si dice quello che si deve fare e non fare. Ma così torniamo ai burattini. Sia chiaro, non stiamo discutendo delle persone ma del loro pensiero: quello di Marino lo conosciamo o no? Cosa ha fatto negli anni questo signore per diventare sindaco di Brindisi, per dare credibilità alle istituzioni? Tutti sanno che a Fusco ed Errico, quando parli di carbone, si accappona la pelle. Di Rossi si sa tutto. E anche del suo meraviglioso gruppo, di cui sono rimasto entusiasta. Marino mi deve dire qual è l’anima sua, quale contributo al dibattito politico porta? Che pensa di Tap, del carbone, della Tari, della dissesto finanziario del Comune?».
Secondo il notaio, in conclusione, il Pd sta facendo il medesimo errore del passato recente, ovvero del 2012: «Alla Antonica (commissario cittadino Pd, ndr) ho detto che per me vengono prima mia moglie e mia figlia, poi la città e poi il partito. Se l’interesse è far vincere il partito vestendo da angelo il diavolo e ripercorrendo la stessa situazione di Consales, io non ci sto».
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