Carlo Calcagni, una vita tra malattia, centinaia di farmaci e sport: torna nel Salento con 8 medaglie d'oro/La storia

Carlo Calcagni, una vita tra malattia, centinaia di farmaci e sport: torna nel Salento con 8 medaglie d'oro
Carlo Calcagni, una vita tra malattia, centinaia di farmaci e sport: torna nel Salento con 8 medaglie d'oro
di Antonio SOLAZZO
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Mercoledì 13 Dicembre 2023, 18:37 - Ultimo aggiornamento: 14 Dicembre, 10:29

Dalla malattia al successo nel mondo dello sport: Carlo Calcagni conquista un altro importante traguardo frutto della sua grande determinazione e della voglia di non mollare. A 54 anni, infatti, il colonnello ha vinto otto medaglie d’oro a Léon, in Messico, durante la quarta edizione dei Campionati Mondiali dello Sport d’Impresa: nelle sette competizioni effettuate, l’atleta – diversamente abile – ha trionfato in otto differenti categorie dell’atletica (dai 100 metri ai 5000 metri), strappando un risultato storico contro sportivi provenienti da ogni parte del mondo.

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Delle diciassette medaglie portate a casa dagli italiani, quasi la metà portano la sua firma, dimostrazione della grande forza dimostrata quotidianamente nei suoi allenamenti nonostante le malattie contratte nel 1996 durante una missione militare in Bosnia-Erzegovina come pilota di elicottero dell’Esercito per il recupero dei feriti e delle vittime dei bombardamenti a Sarajevo. Nonostante una terapia che lo costringe ad assumere centinaia di farmaci, ossigeno per diciotto ore al giorno e a dormire con la maschera della ventilazione polmonare, il colonnello Calcagni non ha la minima idea di arrendersi e, anzi, continua a combattere la battaglia della vita.

Il ritorno

«Finalmente sono rientrato nel mio Salento appesantito di ben otto medaglie d’oro», afferma. «Si tratta di un grande risultato, ma come ho già detto sul palco durante la cerimonia di chiusura dei Campionati del Mondo in Messico, il successo più bello per me consiste nel riuscire a ispirare gli altri.

Come dico sempre, le mie vittorie sono le vittorie di tutti. La cosa straordinaria è che, utilizzando un deambulatore, ho gareggiato contro atleti normodotati e li ho battuti: questo è il vero significato di inclusione, di sport per tutti», prosegue.

A contraddistinguerlo, inoltre, c’è un grande senso di appartenenza verso la sua terra: «Sono veramente orgoglioso di essere salentino. Essere accolto dal sindaco e dall’amministrazione comunale di Cellino San Marco è una cosa che mi gratifica particolarmente. Inoltre, ho già incontrato il direttore degli Aeroporti di Puglia Marco Catamerò che è venuto a complimentarsi con me sotto la rampa del mio aereo». Nonostante le vittorie, però, non arriva il riconoscimento come eccellenza sportiva regionale, mancanza che lo porta a chiudere con una nota polemica: «La cosa più assurda e che mi fa arrabbiare è non essere stato considerato e premiato dal presidente Michele Emiliano come una tra le sessantotto eccellenze dello sport pugliese». 

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