La proposta di Fratelli d'Italia in Consiglio, liberare il porto: «Via rimorchiatori, guardia di finanza e base della Marina»

I rimorchiatori ormeggiati nel porto interno
I rimorchiatori ormeggiati nel porto interno
4 Minuti di Lettura
Martedì 18 Luglio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 07:32

Via rimorchiatori, sezione navale della guardia di finanza e base logistica della Marina militare dal porto interno di Brindisi. Ad auspicarlo, martedì scorso in consiglio comunale, è stato Fratelli d’Italia, secondo partito della coalizione di centrodestra al governo della città, che esprime il vice sindaco, con il commissario cittadino e consigliere comunale Cesare Mevoli.

Le parole di Mevoli in consiglio comunale

Nel suo intervento sulle linee programmatiche dell’amministrazione Marchionna, infatti, l’esponente del partito di Giorgia Meloni ha dedicato un “capitolo” proprio allo scalo marittimo ed, in particolare, al porto interno. Che, per Mevoli, «dovrebbe essere il gioiello di questa città è ancora troppo sottoposto a servitù di ogni tipo. Penso ai rimorchiatori che chiudono lo skyline dell’altra sponda del porto. Penso alla guardia di finanza che rappresenta un tappo tra la congiunzione tra il Villaggio pescatori e la Lega navale, che probabilmente è il punto più bello della città. Penso al castello, alla presenza della Marina militare che, da quello che mi dicono, diventa sempre meno utile per i loro scopi logistici, perché le navi di ultima generazione della loro forza da sbarco non riuscirebbero nemmeno ad entrare all’interno del porto».

I rapporti con l'Autorità di sistema portuale

Fino ad oggi, ha sottolineato il consigliere comunale e commissario cittadino di FdI, «il dialogo con l’Autorità portuale è stato a fasi alterne. Noi dobbiamo avere un dialogo totale, amicale, dobbiamo fare in modo di riuscire punto per punto, nel massimo e assoluto rispetto del lavoro che svolgono tutti gli operatori, siano essi militari o forze dell’ordine, dobbiamo comunque riuscire a trovare una collocazione all’esterno del porto per far sì che diventi davvero la nostra passeggiata da un lato all’altro delle due sponde, dal centro al Casale. Un lavoro lungo, un lavoro difficile. Ci dobbiamo mettere tutto l’impegno di questo mondo. Qualcosa è stata provata in passato. Onore e merito a chi qualcosa comunque è riuscito a portare a casa ma dobbiamo fare di più. Non dobbiamo mai giocare al ribasso ma al rialzo, nell’interesse della città». Una città, ha sottolineato Mevoli spiegando il senso del suo intervento, «è indissolubilmente legata al suo porto».

Il punto di vista dell'ex sindaco

Il nuovo Piano regolatore portuale, ricorda l’ex sindaco e consigliere comunale di opposizione Riccardo Rossi, «prevede lo spostamento dei rimorchiatori sulla nuova colmata. Per lo spostamento, infatti, servono spazi nel porto medio o in quello esterno ed ora quegli spazi sono previsti. Quindi una volta che si realizzeranno, la cosa andrà effettivamente così. Più complicata, invece, la situazione che riguarda la Marina. È stata proposta una nuova base navale anfibia come potenziamento per ospitare le nuove fregate, che avrebbero difficoltà ad accedere al porto interno. Ma uno spostamento tout court lo vedo complesso. C’è, infatti, il tema che riguarda dalla sede della brigata San Marco, che ospita quasi duemila persone, e quello che riguarda l’arsenale, con le relative manutenzioni. Il rischio, in questo senso, è che quest’attività vada a Taranto, cosa penalizzante per il territorio». Per quanto riguarda il castello e le sue pertinenze, prosegue Rossi, «abbiamo messo in piedi un accordo con la Marina militare che consente di svolgere delle attività. Ma se ne possono implementare di ulteriori. Con il precedente comandante avevamo pensato di aprire la porta Thaon de Revel per consentire le passeggiate nella giornata di domenica, quando le attività legate alla cantieristica sono ferme. Credo che bisognerebbe lavorare su questo, più che pensare ad uno spostamento che avrebbe effetti negativi sulla città in termini di lavoro e di economia».

La controproposta di Rossi: liberare la stazione marittima

Più che al Seno di Ponente, per il consigliere comunale, bisognerebbe occuparsi del Seno di Levante, liberando la stazione marittima, «con lo spostamento degli uffici dell’Autorità di sistema portuale che, ad oggi, ospitano solo una ventina di persone, che possono tranquillamente trovare spazi adeguati altrove, non necessariamente nel porto. Tra l’altro, non c’è più la questione del sequestro delle opere di recinzione, per cui si potrebbe rivedere tutto quest’aspetto per consentire alla città di riguadagnare questa parte del porto. Naturalmente per attività navali come nautica da diporto, yacht e mega yacht. Misureremo anche su questo il rapporto amicale con l’Autorità di sistema di cui parla Mevoli». Per la guardia di finanza, infine, «bisognerebbe ragionarne con loro e vedere come fare, anche se mi sembra meno complicato rispetto alla Marina».

La posizione sempre ribadita dall'Impresa Barretta

Per quanto riguarda i rimorchiatori, l’Impresa Barretta ha sempre ribadito, nelle occasioni passate, che i propri mezzi non sono solo a basso impatto ambientale ma che, quando sono fermi in banchina, sono alimentati elettricamente da terra. «Da parte nostra crediamo - hanno chiarito più volte - che la soluzione non sia quella di eliminare le navi dal porto interno frustrando così iniziative imprenditoriali ma di contemperare lo sviluppo con le esigenze ambientali».

© RIPRODUZIONE RISERVATA