Base della Marina a Capo Bianco: «Un referendum per decidere»

La nave San Giusto ormeggiata alle banchine della base navale della Marina militare, nel porto di Brindisi
La nave San Giusto ormeggiata alle banchine della base navale della Marina militare, nel porto di Brindisi
di Francesco RIBEZZO PICCININ
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Giovedì 29 Settembre 2022, 05:00

Cambiato il gruppo consiliare a Brindisi, completamente invertita la visione relativa al porto del Movimento 5 Stelle. Il nuovo gruppo consiliare, infatti, respinge l’idea di sviluppo della colmata di Capo Bianco seguita dall’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale e chiede che i cittadini possano esprimersi sulla possibilità che questa ospiti la nuova base della Marina militare. Un’idea in linea con quanto proposto poco più di un anno fa dal sindaco Riccardo Rossi.

L'idea


Anche i 5 Stelle ritengono che il sito di Capo Bianco rappresenti «una reale occasione per un netto cambiamento della città». Ma non, aggiungono prendendo una posizione piuttosto netta, «nel senso che l’Autorità di sistema portuale pensa e vuole». Il Movimento brindisino ricorda come sarà difficile garantire in futuro «la piena operatività della base navale della Marina militare a causa dell’impossibilità per il naviglio di ultima generazione ad accedere alle banchine della base. È chiaro che questa impossibilità - aggiungono - comporterebbe lo spostamento delle navi presso la base navale di Taranto, una soluzione che renderebbe logisticamente poco operativo lo stazionamento della Brigata Marina San Marco Brindisi». Proprio per evitare una penalizzazione, dunque una perdita di importanza e di personale. Perdita che sarebbe «certamente un danno economico per la città». È necessario quindi, sostengono, «ricercare una soluzione alle esigenze create dal nuovo orientamento della Marina militare ad ospitare le nuove Lpd (Landing platform dock), in pratica la base navale di Brindisi ha la necessità di una nuova area operativa».

Un nuovo lungomare per la città

Da qui la proposta dell’utilizzo della colmata ex British Gas. «Tale scelta - evidenziano i 5 Stelle - oltre a rendere possibile la realizzazione di una base adeguata alle nuove esigenze militari, comporterebbe la restituzione alla città delle aree attualmente occupate dalla Marina militare. Una moderna sistemazione delle aree, pari a circa 12 ettari, trasformerebbe il volto e l’assetto urbanistico della città. Oltre all’eliminazione della strozzatura innaturale costituita dall’impedimento del passaggio da porta Revel a porta Monsignore (i varchi del comparto militare), si otterrebbe un lungomare che dalla stazione marittima si prolungherebbe sino ai capannoni della Saca e quindi allo svincolo dei Pittacchi, il valore di tale operazione è facilmente intuibile. Tale riformulazione di una parte della nostra città darebbe la possibilità di utilizzare diverse centinaia di metri di banchine sottostanti il Castello Svevo, accrescendone oltre che alla vivibilità dei luoghi anche ad una opportunità di crescita in diversi settori di attività (per esempio turistica, diportistico, del quale tanto si parla, e socio ricreative), basti pensare alla disponibilità di strutture già esistenti (capannoni della Marina) che sarebbero utilissime per creare una piattaforma logistica nel campo nautico e non solo.

Un seno di Ponente che potrebbe tornare a tutti gli effetti ad essere “area urbana”». Insomma, un’occasione per l’imprenditoria locale con possibili ritorni economici importanti, sostengono. Ma queste scelte, per il M5S, non devono essere calate dall’alto. Al contrario, devono «trovare i favori della cittadinanza». Per questo, il gruppo consiliare pentastellato preannuncia la presentazione di un ordine del giorno per l’indizione di un referendum popolare consultivo, «in modo che siano i brindisini a decidere cosa sia meglio fare, quale città realizzare, a quale futuro aspirare». L’auspicio è che la proposta trovi il favore di tutto il consiglio comunale. Negare ai brindisini la possibilità di scelta, concludono, «equivarrebbe a non voler fare gli interessi della città e dei suoi cittadini».

La trattativa di Rossi con la Marina

Difficile, tuttavia, che il centrodestra possa avallare una scelta di questo tipo, considerate le pesanti critiche mosse proprio nei confronti di Rossi poco più di un anno fa, all’annuncio da parte del sindaco di un’interlocuzione con la Marina che - all’epoca - durava già da un anno. «Ragionando anche con i tecnici della Marina - aveva raccontato il primo cittadino - abbiamo ipotizzato la fattibilità di un progetto del genere a Capo Bianco. Abbiamo anche illustrato questo progetto il 9 settembre dello scorso anno (2020, ndr) al Capo di Stato maggiore, l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone. Abbiamo presentato una prima bozza progettuale, qualche mese fa, ai vertici della Marina militare». Ma il progetto era stato sottoposto anche, secondo quanto riferito da Rossi, al ministro della Difesa Lorenzo Guerini.

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