I pescatori dell'Oasi di Torre Guaceto
con Greenpeace contro le trivelle

I pescatori dell'Oasi di Torre Guaceto con Greenpeace contro le trivelle
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Venerdì 1 Aprile 2016, 16:53
BRINDISI - I pescatori artigianali pugliesi e l'area marina protetta di Torre Guaceto (Brindisi), che da anni collaborano, si sono uniti oggi a Greenpeace al fine di “sensibilizzare i cittadini italiani sull’importanza di votare sì al referendum sulle trivelle del prossimo 17 aprile”. "Il mare è la nostra vita. Fermiamo le trivelle" è il messaggio scritto su un grande striscione esposto in mare tra una barca e l’altra dai pescatori della riserva naturale di Torre Guaceto e della cooperativa Emma. “Un grido d'allarme – si legge in una nota di Greenpeace - che arriva direttamente da chi, come i piccoli pescatori artigianali, dipende dal mare e ha capito che solo rispettandolo e tutelandolo si può vivere”.

 “Torre Guaceto è impegnata da sempre nella tutela degli habitat marini, priorità definita dal decreto istitutivo della Riserva – ha dichiarato Vincenzo Epifani, presidente del Consorzio di gestione di Torre Guaceto – ma anche per uno sviluppo sostenibile della pesca costiera, che si è concretizzato attraverso la stesura di un protocollo d’intesa con i pescatori che ha permesso di ridurre lo sforzo di pesca a un giorno a settimana. Condizione necessaria affinché il nostro modello di pesca sostenibile funzioni è ovviamente il mantenimento della biodiversità della fauna ittica e, più in generale, degli ecosistemi presenti nell’Area Marina Protetta” 
“Per la pesca una grave minaccia è rappresentata dalle trivelle” ha dichiarato Serena Maso, della campagna Mare di Greenpeace. “Studi scientifici – ha proseguito -  mostrano che anche le fasi preliminari per la ricerca di idrocarburi, come le attività di prospezione sismica e le esplosioni provocate dall'utilizzo degli airgun, possono provocare danni fisici diretti a un'ampia gamma di organismi marini, tra cui cetacei, tartarughe, pesci, molluschi e crostacei. Ciò può comportare una pesante riduzione delle catture per numerose specie ittiche, con perdite che possono arrivare al 70 per cento”.
 
 
 
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