Corruzione: Consales si difende in aula. «Mai atti irregolari»

Corruzione: Consales si difende in aula. «Mai atti irregolari»
di Roberta GRASSI
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Venerdì 23 Marzo 2018, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 10:48
“Non ho mai svenduto la mia funzione di sindaco”. È tutto qui, in estrema sintesi, quanto l’ex sindaco Mimmo Consales, imputato per corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, ha dichiarato in più di due ore di audizione, ieri, dinanzi al gup di Brindisi Tea Verderosa che si esprimerà sulle accuse che gli sono state mosse e che gli sono costate la libertà, nel febbraio 2016, oltre che la fascia tricolore. Imputato, nel giudizio con rito abbreviato, è anche l’imprenditore Luca Screti, patron della ditta Nubile, appaltatrice del Comune. 
L’ex primo cittadino, finito ai domiciliari quando era ancora in carica e ora da tempo libero, ha risposto alle domande del pm Giuseppe De Nozza e del suo avvocato, Massimo Manfreda, riguardo la presunta “tangente” incassata dalla Nubile in cambio di favori per agevolare la gestione dell’impianto di biostabilizzazione e produzione Cdr e Css della via per Pandi. Proprio sugli “atti contrari ai doveri d’ufficio” che gli vengono attribuiti si è soffermato Consales che è partito da un punto fermo: ha detto di aver accettato sì il denaro contante, 30mila euro dati da Luca Screti, “per motivi personali”, ma ha precisato di non mai firmato un provvedimento che agevolasse la Nubile nell’ottenimento e nel mantenimento dell’appalto.
Per dimostrare la sua tesi ha depositato ulteriore documentazione ma soprattutto ha analizzato alcune questioni: in primo luogo ha fatto notare che l’affidamento alla Nubile del servizio in questione risaliva in realtà all’epoca commissariale antecedente alla sua elezione a sindaco. Che le firme degli atti che secondo la procura avevano velocizzato le procedure consentendo all’azienda di superare alcuni ostacoli, erano di dirigenti e segretari generali.
È stato poi acquisito agli atti del processo con cui la Corte dei conti contestava all’Italia proprio i ritardi nell’avvio dell’impianto di Brindisi, con tanto di rischio di restituzione di 13milioni di euro, finanziamento pubblico erogato dall’Unione europea.
 
Quanto alla firma della successiva ordinanza, che risale al 2013, Consales ha chiarito che l’indicazione era giunta dalla Regione Puglia (che è costituita parte civile, al fianco dei Comuni di Brindisi, San Pietro e Cellino San Marco, all’Oga e a Legamebiente).
E ha poi ribadito quanto più volte dichiarato e cioè di aver avviato una procedura di rescissione con tanto di richiesta di intervento avanzata al prefetto.
L’ex sindaco si è difeso anche dall’accusa di aver ricevuto, quale contropartita dei vantaggi concessi, l’assunzione di alcune persone a lui vicine. Ha spiegato di aver utilizzato liste di disoccupati pubblicati su delibera del consiglio comunale. Ha precisato di aver agito con il supporto della struttura dirigenziale, in ogni caso, e per tutti i provvedimenti emessi.
Nel corso dell’udienza di ieri ha terminato di parlare, sempre rispondendo alle domande di accusa e difesa, anche Luca Screti (assistito dall’avvocato Vincenzo Farina) che ha depositato una memoria con cui ha inteso documentare i danni subiti per aver dovuto gestire i rifiuti dell’intero ambito provinciale.
Si tornerà in aula fra tre mesi: la sentenza è prevista per il 19 giugno prossimo, salvo ulteriori differimenti. 
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