Brindisi, approvata la Via e a Capobianco arrivano le banchine. Il progetto

Brindisi, approvata la Via e a Capobianco arrivano le banchine. Il progetto
di Francesco TRINCHERA
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Lunedì 8 Maggio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 07:52

Si conclude positivamente l’iter di Valutazione di impatto ambientale per il banchinamento di Capobianco, proposto dall’Autorità di sistema portuale del mar Adriatico meridionale di Brindisi. Gli organi del Ministero per l’Ambiente e la sicurezza energetica, infatti, nei giorni scorsi hanno espresso il proprio parere favorevole “circa la compatibilità ambientale del progetto”. Più nello specifico, il progetto si lega alla Zona franca doganale interclusa di Capobianco, in cui c’è la possibilità di sospensione dalle imposte doganali e che viene vista dall’ente portuale come un’importante occasione per attrarre investimenti.

L’opera, però, nel corso dell’iter era stato al centro di un botta e risposta tra Comune ed Autorità di sistema portuale visto che Palazzo di città aveva presentato due osservazioni (con relative controdeduzioni dell’Authority): nel parere finale, la commissione tecnica di Via ha sostanzialmente rigettato gli argomenti dell’ente di piazza Matteotti, motivando la decisione con la mancanza di studi o documentazione a supporto, aprendo perciò la strada al parere positivo. Proprio questo parere, però, è comunque “subordinato all’ottemperanza delle condizioni di indirizzo delle successive fasi progettuali e mitigative”. Le richieste della commissione sono diverse: tra queste, in quella che è chiamata “ante operam” (in fase progettazione esecutiva), si dovranno predisporre i capitolati dell’opera secondo le prescrizioni previste e quindi il progetto esecutivo e l’annesso piano di cantierizzazione: per quel che riguarda “eventuali effetti cumulativi nella fase di cantiere e di esercizio tra la colmata di Costa Morena est e quella di Capobianco, il proponente dovrà porre in atto le dovute misure affinché non ci siano sovrapposizioni dei relativi impatti tra i due cantiere sentita l’Arpa competente”. 

L'iter

Oltre a questo, “sulla scorta delle risultanze dello studio meteomarino integrativo presentato, dovrà verificare la stabilità strutturale delle opere marittime limitrofe già esistenti e, in caso di incompatibilità, provvedere ai dovuti adeguamenti”. Nello stesso frangente, inoltre, si dovrà procedere, per campionamento, a “l’analisi del sedime di dragaggio” per verificare la compatibilità con l’area da colmare e l’ente portuale “dovrà predisporre un piano di gestione dei sedimenti con eventuale destinazione alternativa nel caso risultassero non compatibili per il loro utilizzo nella colmata”, che dovrà essere concordato con l’Arpa.

Per quel che riguarda sempre l’ante operam, ma in fase di cantiere ed esercizio, si dovrà concordare con le autorità locali e l’Arpa i vari piani di monitoraggio, per consentire eventuali misure di mitigazione. Più nello specifico i provvedimenti necessari a prevenire e limitare gli eventuali impatti non previsti, in modo da consentire l’adozione in tempo utile di eventuali ulteriori misure di mitigazione, chiedendo anche l’inserimento di ulteriori parametri per il piano di monitoraggio ambientale delle acque marino-costiere, dell’aria, e quelli per calamità naturale o impianti a rischio di incidenti rilevanti. Il progetto di monitoraggio ambientale, inoltre, dovrà tener conto di eventuali impatti sul paesaggio nelle diverse fasi di lavorazione. In occasione della progettazione esecutiva, inoltre, si dovrà predisporre un piano per la biodiversità, che dovrà prevedere una relazione annuale con i possibili interventi per far fronte agli impatti. In tutte le fasi, inoltre, saranno richieste particolari attenzioni per minimizzare l’impatto di rumore e vibrazioni. 


Per il presidente dell’Autorità di sistema portuale, Ugo Patroni Griffi, il banchinamento di Capobianco e la realizzazione della cassa di colmata a Costa Morena est (ritenuta essenziale per realizzare la sono “opere che devono essere cantierizzate al più presto possibile perché a rischio di essere definanziate”. Patroni Griffi, in particolare, ritiene che entrambe le nuove infrastrutture possano avere un impatto importante nell’economia della città, anche sul piano dei posti di lavoro. L’intervento su Capobianco, più nello specifico, è “un’opera strategica, perché prevede la realizzazione della banchina franca su una zona franca già autorizzata dall’Agenzia dei monopoli, permettendo di attrarre nuovi traffici, visto che abbiamo manifestazioni di interesse positive per lo sviluppo di quest’area”. In gara, ha specificato il numero uno dell’ente portuale, a differenza di quanto accaduto per la cassa di colmata andrà il progetto di fattibilità tecnico-economica una volta che questo sarà validato da Asset (l’Agenzia regionale per lo sviluppo sostenibile) a cui è già stata inviata la documentazione: le indicazioni relative alle verifiche di ottemperanza, quindi, dovrebbero riguardare il progetto esecutivo che sarà realizzato dall’appaltatore.

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