Brindisi, banchine a Capo Bianco: sopralluogo e confronto con i ministeri

Brindisi, banchine a Capo Bianco: sopralluogo e confronto con i ministeri
di Francesco RIBEZZO PICCININ
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Martedì 7 Marzo 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 06:44

Procede l’iter della Valutazione d’impatto ambientale relativo al progetto per il recupero funzionale e banchinamento della colmata ex British Gas a Capo Bianco. Nella giornata di ieri, infatti, nella ex sala del comitato portuale della sede di Brindisi dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale, sopralluogo e incontro tecnico-operativo di una delegazione dei ministeri dell’Ambiente e delle Infrastrutture, oltre che della Soprintendenza, proprio per discutere del progetto.

All’incontro, presieduto dal numero uno dell’Authority Ugo Patroni Griffi, hanno preso parte anche il segretario generale dell’ente portuale Tito Vespasiani, il direttore del dipartimento tecnico della stessa Authority Francesco Di Leverano ed il comandante della Capitaneria di porto, il capitano di vascello Luigi Amitrano.
«Si tratta - fanno sapere dall’Autorità di sistema - di un nuovo e fondamentale step, prodromico alla realizzazione della cosiddetta piastra logistica di Capo Bianco, infrastruttura già riconosciuta nell’ambito della Zona franca doganale interclusa, assimilabile in concreto ad un punto franco. L’area, di una superficie di 121.650 metri quadri, fungerà da fulcro per un più ampio e articolato progetto di riqualificazione ambientale che prevede, in particolare, un aumento delle dotazioni infrastrutturali e la realizzazione di un adeguato banchinamento».

Il progetto

Solo poche settimane fa si è conclusa la nuova fase di partecipazione del pubblico relativa al medesimo progetto, durante la quale istituzioni, enti, associazioni e quant’altro hanno potuto inviare le proprie osservazioni relative all’opera. La consultazione è avvenuta per la seconda volta perché, nell’ambito dell’iter per la Via, la commissione tecnica Pnrr-Pniec ha chiesto al proponente, ovvero l’Autorità di sistema portuale, diverse integrazioni rispetto alla documentazione presentata. Integrazioni che hanno richiesto ben più dei dieci giorni previsti dalla legge. L’Authority, infatti, non solo ha dovuto chiedere quattro mesi di tempo - durante i quali la procedura è stata ufficialmente sospesa su proposta del proponente - ma ha anche avuto la necessità di rivolgersi all’esterno per svolgere parte delle attività: in particolare, quelle specialistiche per le quali è strettamente necessario un supporto qualificato.
Alla fine dello scorso mese di gennaio, dopo un lungo e certosino lavoro, l’ente ha finalmente inviato tutta la documentazione al ministero.

Documentazione che risponde alle richieste della commissione e dalla quale emerge anche il dettaglio relativo alle ricadute occupazionali dell’opera. Innanzitutto per quanto riguarda il cantiere - tra realizzazione della banchina, dragaggi e formazione del piazzale, compresi gli impianti - le imprese che opereranno al suo interno dovrebbero essere tre, con un numero massimo di lavoratori impiegati pari a circa 80 unità. Per quanto riguarda l’opera finita, invece, più difficile è quantificare l’occupazione prevista. Il riconoscimento della colmata come Zona franca doganale interclusa, sottolinea tuttavia l’Autorità di sistema, “consentirà la trasformazione di merci sotto banchina e nell’area in cui verrà realizzato il piazzale operativo di progetto, in esenzione di accise.

Si tratta di un valore aggiunto che comporterà sicuramente un notevole richiamo per investitori e lo sviluppo dei traffici marittimi; avrà certamente ricadute occupazionali sia in termini di operatori direttamente coinvolti che in termini di indotto”.

L'opera

L’opera, inserita nella programmazione dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale e finanziata con 30 milioni di euro del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ha lo scopo di recuperare agli usi portuali la colmata realizzata per il rigassificatore della Brindisi Lng e successivamente mai utilizzata. Il progetto sta scontando in questi mesi l’iter “semplificato” della Valutazione d’impatto ambientale. Dopo la chiusura della fase delle osservazioni, toccherà alla commissione tecnica ed ai ministeri competenti esprimere i propri pareri ed, eventualmente, autorizzarne la realizzazione. La nuova banchina, lunga 375 metri, avrà un utilizzo commerciale, sarà capace i ospitare navi di stazza superiore a 1.350 tonnellate ed avrà alle spalle un’area di 14-15 ettari.

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