Ocean Viking, la Ong contesta il fermo della nave dei migranti: bufera e sit-in di solidarietà

La nave Ocean Viking
La nave Ocean Viking
3 Minuti di Lettura
Domenica 11 Febbraio 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 12 Febbraio, 14:09

Bufera sul sequestro della nave Ocean Viking, dopo l’arrivo nel porto di Brindisi. La Ong si difende: «Sono solo falsità». E le associazioni brindisine organizzano un sit in di solidarietà sulla banchina antistante i giardinetti-Lungomare questo pomeriggio a partire dalle 17.30.

La protesta delle associazioni

Mesagne Bene Comune, Anpi Brindisi, Emergency gruppo provinciale di Brindisi, Voci della Terra, Migrantes, Comunità Africana di Brindisi e provincia, Casa Betania, Forum per cambiare l'ordine delle cose, CGIL Brindisi, ARCI Brindisi, La Collettiva TransFemministaQueer Brindisi e il Coordinamento provinciale Libera Brindisi saranno simbolicamente al fianco dell’equipaggio della nave grazie al quale 261 migranti nei giorni scorsi sono stati tratti in salvo nelle acque libiche. Il fermo è scattato per le violazioni alla legge Piantedosi e prevede anche una sanzione amministrativa.

La risposta della Ong

«Dover giustificare il semplice atto di salvare vite umane in mare non ha senso, né morale né legale. La Ocean Viking ha salvato 261 persone che erano in estremo e imminente pericolo di morte», spiega Soazic Dupuy, direttrice delle operazioni di Sos Mediterranee che si trova a bordo della Ocean Viking. «Le motovedette libiche stanno riportando con la forza i naufraghi in Libia, in contrasto con l’obbligo legale di farli sbarcare in un porto sicuro. Eppure, non soltanto sono loro a creare il caos sulla rotta marittima più letale al mondo, ma vengono anche creduti e sostenuti dalle istituzioni europee, mentre coloro che hanno il dovere di salvare vite in mare vengono arrestati».

Detenzione e multa

Stando a quanto riferisce l’organizzazione non appena la Ocean Viking è arrivata nel porto di Brindisi venerdì mattina le autorità italiane hanno presentato un decreto firmato col quale si comminano 20 giorni di detenzione e di 3.333 euro di multa, «basandosi esclusivamente sulle false dichiarazioni delle pattuglie libiche che quotidianamente riportano le persone in Libia, dove avvengono gravi violazioni dei diritti umani», si legge nella nota. «L’equipaggio di Sos Mediterranee non ha avuto alcuna possibilità di spiegare cosa è realmente accaduto. Avrebbe innumerevoli prove della vera sequenza di eventi del 6 febbraio: delle intercettazioni da parte delle navi libiche, delle loro manovre irregolari, aggressive e pericolose, e dei soccorsi effettuati dal team». L’organizzazione non governativa denuncia, quindi, quella che ritiene essere una «ingiusta e grave decisione: il terzo fermo in tre mesi».

Le ragioni dei soccorritori

Secondo l’Ong ancora una volta si andrebbe a peggiorare ulteriormente un contesto che vede, da parte degli Stati, il mancato rispetto del diritto marittimo e delle convenzioni umanitarie nel Mediterraneo centrale. La Ong racconta i quattro drammatici salvataggi avvenuti nelle acque libiche. «Tutte e quattro le imbarcazioni soccorse dalla Ocean Viking erano inadeguate, sovraffollate, esposte alle intemperie, nessuno dei naufraghi aveva un giubbotto di salvataggio e c’erano ulteriori fattori aggravanti di tensione e pericolo durante ciascuna delle operazioni», afferma sempre la Ong. I migranti tratti in salvo sono sbarcati venerdì nel porto di Brindisi, tra di loro anche 63 minori non accompagnati e tre ragazze in stato di gravidanza. Proprio sull’arrivo dei minori non accompagnati il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ha detto: «I minori sono un problema, non solo i minori stranieri non accompagnati, ma c'è un tema di disagio della minore età che va anche oltre il tema degli immigrati. È uno dei temi importanti su cui ci stiamo confrontando a livello nazionale con le istituzioni di settore e le amministrazioni territoriali. Vanno messe in campo anche azioni culturali, educative, di supporto, non solo di sicurezza».

© RIPRODUZIONE RISERVATA