Pesce tossico, le intercettazioni da brividi. La lavoratrice dell'azienda coinvolta: «Sogno di notte le persone che stanno male»

Pesce tossico, le intercettazioni da brividi. La lavoratrice dell'azienda coinvolta: «Sogno di notte le persone che stanno male»
Pesce tossico, le intercettazioni da brividi. La lavoratrice dell'azienda coinvolta: «Sogno di notte le persone che stanno male»
di Nicola MICCIONE
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Giovedì 6 Luglio 2023, 07:39 - Ultimo aggiornamento: 7 Luglio, 14:45

«Me li sogno la notte i cristiani che si sentono male, veramente abbiamo cioè non c'ha lasciato nessuno le penne ma perché veramente il Signore ci ha detto grazie e quindi non mangiare più pesce crudo, ti prego, non lo mangiare più» diceva, a settembre 2021, durante un'intercettazione, una lavoratrice di una società di certificazione coinvolta nell'operazione "Albacares" sul consumo di tonno a pinne gialle, che, secondo quanto accertato all'epoca dei fatti, prima della sua immissione in commercio, sarebbe stato «decongelato e adulterato con sostanze non consentite».
Per questo, in carcere, accusati a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata all'adulterazione di sostanze alimentari, frode nell'esercizio del commercio e falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico, sono così finiti i vertici di due imprese ittiche di Bisceglie - la Ittica Zu Pietro Srl e la Izp Processing, Andrea, Vincenzo e Laura Dell'Olio - e di due tra laboratorio di analisi e società di consulenza e certificazioni di Avellino, la Innovatio Srl e Studio summit Srl, Maurizio Ribezzo e Loredana Guariniello. Altre sei, invece, sempre su ordine del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, Lucia Anna Altamura, sono finite ai domiciliari (Giuseppe D'Ambrosio, Giulio Quercia, Gilda Storti, Gaetano Cornacchia, Roberta Costa, Ignazio Comes e Giuseppe Brescia), mentre per altre sette è stato disposto il divieto di dimora (per cinque, Maura Testa, Antonia Palazzo, Pietro Di Terlizzi, Alessia Marrone e Mariantonietta Grasso) e l'obbligo di dimora (per due, Pasquale Garofalo e Margherita Nasto). Le indagini sui prodotti ittici adulterati, coordinate dai pubblici ministeri della Procura della Repubblica di Trani, Francesco Tosto e Roberta Moramarco, sono partite dai casi di decine di persone intossicate e finite addirittura in terapia intensiva, tra cui un'intera famiglia di Pezze di Greco: i militari del Nas, infatti, durante le perquisizioni hanno riscontrato la presenza di nitriti e nitrati. Sostanze nocive per la salute e per questo vietate.

I valori e le mail

In un caso, ad esempio, «sarebbero risultati valori di 4.000 o 5.000 mg/kg di citrati e di ascorbati, ampiamente al di sopra del limite legale previsto dalla norma EFSA di 300 ppm».

Una circostanza emersa da una conversazione fra Guariniello e Cornacchia: «La mail che ti è arrivata - le parole di Cornacchia - sono i totali di ascorbati e citrati rispettivamente per i lotti 157 e 158, sono usciti valori comunque cinquemila quattromila ben più alti rispetto i citrati e ascorbati la scorsa volta erano nell'ordine di delle centinaia».

 

Ed ancora, dopo gli ironici commenti di Guariniello: «No, ma c'è uno che ha 5.880! Una cosa del genere proprio numeri alti eh però io non capisco così tanta disparità». Inoltre, un altro aspetto che non è passato inosservato agli inquirenti è stato il riferimento a due ragazze tirocinanti che avrebbero lavorato a breve presso la Ittica Zu Pietro di Bisceglie: «Poi vi darò delle regole d'ingaggio perché chiaramente all'inizio loro non dovranno sapere niente di quello che si fa. Parlate tra di voi eh, ma loro - le parole di Guariniello - nun hann a capj nient. Tante cose loro non le devono capire». E poi: «Finché non si capisce se queste staranno definitivamente o meno, i c.... (gli inganni, ndr) non li devono sapere».

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