Pediatrico, nuovo stop agli interventi al cuore. Il reparto nel nuovo padiglione Asclepios 3

Pediatrico, nuovo stop agli interventi al cuore. Il reparto nel nuovo padiglione Asclepios 3
di Vincenzo DAMIANI
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Mercoledì 18 Gennaio 2023, 05:00

Stop agli interventi al cuore al Pediatrico Giovanni XXIII di Bari. Per la seconda volta in appena tre anni, l’azienda sanitaria sospende le operazioni chirurgiche, i bambini pugliesi quindi saranno costretti a rivolgersi a strutture fuori regione, al Bambin Gesù, Gaslini o Meyer.

Il motivo ufficiale: la carenza di personale


Ufficialmente la decisione è motivata con la carenza di personale ma è indubbio che da anni si pone un problema organizzativo generale.

Lo dicono anche i numeri: nel 2022, secondo i dati forniti dalla direttrice sanitaria Rosa Porfido, sono state effettuate appena quattro operazioni, segnale di qualcosa che non funziona. Certamente l’assenza di personale incide, ma le radici del problema sono più profonde considerando che già nel 2020 furono sospese le attività. Una novità rispetto al passato, però, ora c’è: la cardiochirurgia pediatrica si prepara a chiudere definitivamente al Giovanni XXIII per essere trasferita al Policlinico, nel nuovo padiglione di Asclepios III che sarà inaugurato entro fine mese. 

La soluzione


Una soluzione studiata dalla direzione sanitaria per poter “sfruttare” il lavoro dell’equipe cardiochirurghe per adulti e riattivare il delicato servizio. L’azienda ospedaliera-universitaria già nel corso del 2019 avviò una riorganizzazione delle attività cardiologiche e cardiochirurgiche, prevedendo anche l’attivazione di un nuovo reparto con sette posti letto di terapia intensiva cardiochirurgica pediatrica ad alta tecnologia. Fu avviato anche un audit esterno da parte di una commissione composta da professionisti di riconosciuta competenza a livello nazionale ma tre anni dopo si è tornati al punto di partenza. 

La direttrice sanitaria


«Siamo in una fase di riorganizzazione – spiega la dottoressa Porfido - le attività chirurgiche sono sospese per motivi di sicurezza nei confronti dei pazienti, non avendo personale a sufficienza in vari profili. Non abbiamo, ad esempio, cardiochirurghi, cardio anestesisti e tecnici perfusionisti. Per cui appare chiaro che l’attività non si può fare, in questo periodo cercheremo di reclutare il personale ma sappiamo anche che è difficile farlo perché è risaputo che in Italia c’è un problema di carenza di specialisti». Di qui la soluzione del trasferimento dell’attività ad Asclepios III: «Nel frattempo – spiega ancora la direttrice sanitaria - stiamo completando i lavori ad Ascelpios III che a breve apriremo e nel quale verranno effettuate attività di tipo cardiotoracico. Quindi abbiamo pensato di ricollocare l’attività in questa nuova struttura per poter garantire una sinergia di tutte le branche specialistiche coinvolte. Auspichiamo di avere equipe separate per bambini e adulti, però laddove dovessero permanere le attuali difficoltà intendiamo formare anche le equipe per adulti anche al trattamento dei bambini».

La convenzione


Per la formazione si cercherà di firmare una nuova convenzione proprio con il Bambin Gesù di Roma. D’altronde Asclepios III dal punto di vista della struttura dà ampie garanzie: è stato ribattezzato “l’ospedale del futuro” ma il futuro è ormai quasi presente. Il nuovo padiglione porta la firma dell’archistar spagnolo, Albert de Pineda, e sarà pronto entro la fine di gennaio. Il Policlinico di Bari ha già bandito la gara per gli arredamenti, dopo i ritardi dovuti anche (ma non solo) al Covid adesso sembra essere arrivato il momento del taglio del nastro. Il nuovo blocco del complesso ospedaliero potrà contenere su oltre 200 posti letto, laboratori, sale operatorie e dipartimenti ad attività integrata: cardiologie, malattie apparato respiratorio, cardiochirurgia, chirurgia toracica e vascolare. Il padiglione prevede 29 ambulatori, 40 posti letto di terapia intensiva e semi intensiva e 155 posti letto di degenza ordinaria, 7 stanze per pazienti diversamente abili e 10 degenze per gli isolati con possibilità di accogliere immunodepressi e infettivi.

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