Ok ai Distretti del commercio: il primo nascerà nel Murat

Cassa prestanza, l’ira in Aula

Ok ai Distretti del commercio: il primo nascerà nel Murat
​Ok ai Distretti del commercio: il primo nascerà nel Murat
di Samantha DELL'EDERA
4 Minuti di Lettura
Martedì 24 Ottobre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 25 Ottobre, 12:45

Il primo atto per la nascita del Distretto urbano del Commercio è stato sancito ieri in Consiglio comunale a Bari: all’unanimità l’Aula ha approvato la costituzione di un’associazione temporanea (formata da Comune, Confesercenti e Confcommercio) che si occuperà proprio della nascita del primo Duc Murattiano. E successivamente di tutti gli altri distretti che l’associazione vorrà creare. Il Consiglio di ieri è stato però caratterizzato da fortissime polemiche, con urla in aula a causa della vertenza sulla Cassa Prestanza.

Ad apertura di seduta c’è stato l’insediamento del nuovo consigliere (che ha preso il posto di Michele Picaro), Antonio Testini, passato dalla Lega a Fratelli d’Italia.

Ha annunciato all’aula il suo passaggio da Lega a Fratelli d’Italia anche il vicepresidente del Consiglio, Giuseppe Viggiano. Dopo l’approvazione di una serie di debiti fuori bilancio e di variazioni d’urgenza come i 200mila euro utilizzati per i lavori allo stadio, è toccato all’assessore allo Sviluppo economico, Carla Palone, presentare la delibera sul Duc. «Siamo in ritardo in base alla tabella di marcia – ha detto Palone – a causa di varie vicissitudini, ma in questi ultimi tre anni abbiamo avviato tante iniziative e progetti come il D Bari. Ora approviamo la nascita di un organismo stabile utile a promuovere il commercio cittadino. Con i duc si possono realizzare studi di settore, eventi, per aumentare l’attrattività della città».

L'obiettivo

L’obiettivo del Comune è di aiutare il più possibile i negozi di vicinato. «Siamo accanto ai commercianti che credono in Bari e insieme a loro promuoveremo iniziative per garantire innovazione, sicurezza, qualità urbana. Ci auguriamo che con i Duc molte altre iniziative a supporto del piccolo commercio barese si possano effettuare», conclude Palone. Soddisfazione è stata espressa da Antonello Delle Fontane dei Cinque Stelle. «Purtroppo i duc nascono con un leggero ritardo, dato che era già dal 2017 che potevamo dare vita a questa realtà. Ora si apre un nuovo capitolo di pianificazione e programmazione, nella direzione dell’aiuto del commercio, della rinascita delle aree delle città che si sono spopolate».

Secondo la disciplina regionale i distretti urbani del commercio saranno degli strumenti per «realizzare una politica organica di valorizzazione del commercio nei centri urbani; promuovere l’aggregazione fra operatori per la realizzazione di politiche e di servizi comuni; favorire il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati allo sviluppo e alla promozione del territorio».
Saranno quindi individuate delle aree con delle caratteristiche comuni. La prima che partirà sarà quella del Murattiano, ma ci sarà ad esempio anche il Duc di Carrassi (la zona interessata sarà quella di corso Benedetto Croce e delle traverse). Tra gli obiettivi il miglioramento degli spazi pubblici, la loro fruibilità con interventi strutturali e di riqualificazione. 

Ma il Consiglio di ieri è stato caratterizzato da forti polemiche a causa della vertenza della Cassa Prestanza: per anni 1400 dipendenti ed ex dipendenti del Comune di Bari hanno versato soldi nell’ente della Cassa prestanza con l’intento di riaverli con la pensione. Ben 15 milioni di euro raccolti che però sono “scomparsi”: di quei soldi restano a malapena 3 milioni di euro di cui una parte sarà utilizzata anche per i liquidatori dato che l’ente è appunto in liquidazione.
A presentare l’ordine del giorno in aula il consigliere di Fratelli d’Italia Antonio Ciaula che ha chiesto al sindaco di relazionare entro trenta giorni e al Consiglio comunale di adottare «un piano di azioni dirette a tutelare le famiglie colpite». «Decaro deve metterci la faccia», ha tuonato Ciaula. A spiegare i vari passaggi che hanno portato 1400 dipendenti all’esasperazione il presidente del Consiglio comunale, Michelangelo Cavone, che ha ricordato come l’unica strada per risolvere la questione è quella di un emendamento parlamentare che deve essere presentato da tutte le forze politiche. Alla fine in Consiglio è caduto per il numero legale. Cavone ha preso l’impegno di convocare per venerdì 10 novembre un incontro con tutti i parlamentari per predisporre l’emendamento da consegnare al Governo. «Ma a differenza di quanto accaduto la scorsa volta - ha concluso Cavone - spero che tutti i parlamentari di tutte le forze politiche vengano a questo incontro».

© RIPRODUZIONE RISERVATA